Corriamo al Tiburtino V^ edizione (Rm) 9.7km 21/11/2004
Questa storia inizia proprio dalla pubblicazione su questi schermi(si dirà così ?) della cronaca inerente la Maratonina di Civitavecchia del 14 c.m. Ero stato protagonista di una gara abbastanza anonima, ravvivata solo dall’inseguimento di Amelio(detto il Pelato), felicemente coronato poco prima del traguardo, mentre vento e marosi imperversavano violenti. Mi ero divertito a dare risalto a questo aspetto solo per vedere di nascosto l’effetto che avrebbe fatto. Martedì ecco la risposta: squilla il cellulare in orario d’ufficio e, quando temo si tratti di un sovraccarico produttivo, è la voce di Amelio che chiosava decisa:”Domenica fanno un 10000 al Tiburtino ti iscrivo io, vietato mancare…passo e chiudo !”. Due o tre secoli fa, questo era un guanto di sfida a singolar tenzone con in palio la vita o quanto meno l’onore. Oggi ce la caviamo con poco, una sana presa in giro e l’uomo campa. La domenica arriva in un lampo. Alle otto i gradi sono 4, è ovvio che dovrò dedicare qualche minuto in più al riscaldamento prima del via, ed ecco che una sveglia tardiva mi impedisce i riti propiziatori pre-gara: barba e rimozione scorie intestinali. La sera precedente forse avevo bevuto qualche bicchiere di rosso di troppo ma oramai è la regola e lo era anche quando Amelio finiva 2 minuti dietro, meglio quindi inventare nuove scuse. In automobile con noi c’è anche Marco, parliamo di ferie, idee di viaggio comuni e non, qualche accenno all’allenamento settimanale e alla fine siamo pronti alla pugna.
L’organizzazione è faraonica, quasi 2000 gli iscritti, 1000 tute di buona fattura ai “primi” classificati. Qualche sponsor evidentemente ha calato il jolly e moltissimi sono arrivati qui al Tiburtino per essere della partita.
Mi duole vestire sempre i panni dell’incontentabile ma, anche in questo caso, l’organizzazione qualche piccola pecca l’ha commessa, vediamola in dettaglio.
1) Si può reclamizzare una gara dicendo “Vieni a misurare il tuo tempo sul 10000 e poi partorire un percorso da 9700mt ?
2) Va bene il chip, ma se serve solo per stilare la classifica finale, senza il tappeto di rilevazione anche in partenza, così da avere 2 tempi uno lordo e uno netto è ancora troppo poco.
3) Specialmente per quanto detto al punto due, ma anche per alcune anguste strade presenti nei primi 2km del percorso, credo che un blocco a 1000 iscritti sarebbe sacrosanto.
Spesso a Roma vediamo gare nascere, farsi un nome, aumentare negli anni a dismisura il numero dei partecipanti, fin quando il fiume straripa, si crea l’ingestibilità e quindi la morte.
Torniamo a bomba.
Un secondo prima del via mentre siamo pressati come sardine, vedo Giancarlo Casentini, un cenno di saluto, ed ecco lo sparo. L’uomo dei Castelli oggi è troppo forte, credo abbia superato tutti i suoi problemi con il ferro e prima dell’arrivo del primo km, abbandono l’idea di seguire le sue piste.
All’arrivo mi rifilerà oltre un minuto, domenica prossima a Milano sarà protagonista.
Amelio mi corre al fianco, è sicuramente più preparato di me su questa distanza, poteva sbagliare gara solo partendo con troppa generosità, ma oggi sa quello che vuole, si tiene nell’ombra e mi lascia la gestione del copione. Io avevo dichiarato 39.59 sui 10 km. Quindi tarato in 38.47 sui 9700mt. Il clima è meraviglioso: l’aria è secchissima, fa il giusto freddo, il sole è pieno e di vento ce n’è solo un alito. I primi 3km dicono tutti 3.55, abbiamo messo in cascina 15 secondi da gestire da qui alla fine. Su di un lungo vialone incrociamo i primi, Calcaterra è in testa, subito dietro lo braccano in due, non so chi ha vinto la gara, quello che so è che alle 13.00, due ore e 30 minuti dopo il suo arrivo, il “mitico” Giorgio è stato avvistato ad allenarsi in Villa.
Fatico. Dico ad Amelio, che nel frattempo è passato a tirare, di calare un filino, lui si adegua alla mia richiesta e per altri 5km facciamo ora 3.59 ora 4.01 all’ottavo km i secondi di vantaggio sulla tabella sono sempre 15, ma il Pelato(quando lo odio lo chiamo così !!!), mi ha preso 10 metri e ha ricominciato a darci dentro deciso. Io credo di essere in crisi di abitudine, è la voglia di soffrire quella che manca, in molti, con respiri che sembrano rantoli, mi superano come vivessero l’ultimo giorno di vita, oggi quel livello di fatica non fa parte di me. Il nono arriva dopo 4.05, ho rallentato. Non è un km “lungo”, credo sia perfetto, così come lo sono stati tutti gli altri 8 che lo hanno preceduto. Gli organizzatori hanno garantito un percorso misurato con il gps in maniera maniacale e direi che sotto questo aspetto meritino la lode. Questi 700 mt finali non hanno più alcun significato. La pelata brilla al sole 50 metri lontana, la sua vendetta è compiuta, onore al merito, questa è per lui. In compenso posso dire che dopo 7 mesi, dal Passatore ad oggi, rivalgo 10km sotto a 4’ e alla fine va bene così. Finisco ancora trotterellando, senza nessuna cattiveria agonistica, la tengo dentro per il 10000 di Fiumicino tra 3 settimane. Per dovere di cronaca, il tempo finale è 38.41(3.59 a km). Da 4 anni consecutivi a Fiumicino chiudo sotto a 39, per ripetermi, dovrei togliere altri 5 secondi al km in soli 21 giorni. L’impresa appare disperata e forse velleitaria.
Diciamo che anche 39.15, con arrivo vincente allo sprint su Amelio, sarebbe molto più che sufficiente.
In auto mentre torniamo a casa non gli dico nulla in proposito, molto meglio, che anche stavolta, se lo legga su questi schermi, perché sia chiaro…non è finita qui!
Gian Carlo Pelliccia
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