Maratona dei Luoghi Verdiani 23/02/2003

Pubblicato da GIAN CARLO domenica 23 febbraio 2003


Il Muro è crollato.

Premessa:
Vorrei saper dare enfasi all’accaduto, ma per descrivere le sensazioni che ho provato servirebbe la penna di Dante Alighieri, mi accontento quindi di narrare e rileggere quello che in un’oretta saprò partorire.
Pre-gara
Il uicchend(come dicono alcuni miei amici-podisti) inizia con partenza da Roma verso le 15.00 obiettivo Carrara nell’alta Versilia. E’ un passaggio voluto ed obbligato per spendere una serata in totale relax con una coppia di arzilli vecchietti prossimi agli ottanta colpevoli solamente di aver generato sul finire degli anni ’50 una straordinaria(si fa per dire) macchina da corsa. Il sabato mattina riscaldati da un bellissimo sole passeggiamo sul lungomare, mia figlia gioca con le bombolette carnevalesche a spruzzare i nonni e io e mia moglie parliamo del più e del meno cercando di assaporare le prime tracce della primavera. In apparenza è calma piatta, così come il tirreno baciato da una leggera brezza da est, ma dentro di me la lava comincia a farsi strada. Il ricarico di carboidrati procede silenzioso e alle 16.00 dopo i convenevoli siamo sulla strada per Salsomaggiore.
Nonostante un errore sul numero civico troviamo quasi subito l’albergo che ci aveva prenotato Giancarlo Casentini. Nella stanza fa un po’ freddino, ma è accogliente pulita e soprattutto molto vicina alla partenza della Maratona.
Alle 18.45 sono al pasta-party, qui tutti conoscono tutti, il clima è allegro e disteso. E' opinione diffusa che domani ci sarà il sole e che sarà facile fare il tempone.
Io gioco in trasferta, mantengo il profilo basso, e nulla lascia presagire l’eruzione oramai prossima.
Fra i tanti presenti intuisco chi sia Giancarlo(ma quanti siamo) Chittolini il creatore dell’evento e, quando oramai dispero di vedere anche una sola faccia conosciuta ecco materializzarsi Giorgio Calcaterra mio nobile conterraneo.
Lo saluto e colgo l’attimo per una pseudo-intervista-saluto al tre volte vincitore di questa gara.
Con la sua solita gentilezza mi dice che dopo essersi dedicato ad una serie di lavori più brillanti del solito sul finire dell'anno passato ed essere arrivato al top in occasione della corsa di Miguel purtroppo ha cominciato a sentire la forma scemare e nel Salento quindici giorni fa aveva faticato oltre il previsto per chiudere in 2h e 22. In verità era arrivato a quella gara molto carico, proprio perché voleva riservarsi di giocare le carte migliori per oggi. Suo malgrado, pochi giorni fa, una brutta febbre aveva interrotto i suoi progetti e per domani era pronto ad accontentarsi di qualsiasi risultato, fin troppo consapevole che Alberico Di Cecco era fuori portata.
Concludiamo questa breve chiaccherata con lui a farmi un in bocca al lupo per il mio primo concreto tentativo di scendere sotto a tre ore.
Divoro una tonnellata di parmigiano e sono a letto. Dormo 4 ore e alle 3 del mattino sono caricato a pallettoni con gli occhi spalancati e le gambe pronte a partire.
Colazione mostruosa e mentre albeggia leggo il termometro digitale con sonda esterna che mi ero portato da casa 2.1 gradi fuori, 16.5 dentro, tutto nella norma, sono certo che uscirà il sole e sarà bellissimo.
All’uscita prima sensazione sgradevole c’è un filo di vento gelido e nessuna traccia di cielo, il grigio è sovrano.
Lascio la borsa sul pulmino preposto, e dopo un brevissimo riscaldamento sono sulla linea di partenza.
Abituato ai caos delle partenze romane sono quasi sorpreso di come in un attimo si passi dal nulla al via senza imprecazioni, omicidi o deliri collettivi.


La gara
Ovviamente non trovo i pace-maker delle 3 ore.
Tranquillo come un caimano al sole mi ripeto: “Parti avanti, vai piano e vedrai che arriveranno !!!”, La strada è in discesa e la metà gruppo che fa i 10km volente o nolente ci trascina. Sento freddo, sto pagando caro il fatto che allenandomi in pausa pranzo sono abituato a correre a 10/15 gradi, ma nulla mi può fermare 21.05 ai 5km, mi supera un indiano, qui tutti lo conoscono, non so dove sia la sua ascia di guerra, ma spero creda nella pace quanto me. Poco prima del decimo ci separiamo dal grosso e aumenta la sensazione di solitudine. I secondi 5k hanno richiesto 21.10 e… i pace-maker ???
Per un attimo penso ai 6000 che da una decina di minuti sono lanciati verso il mare da Roma a Ostia. Li non si è mai soli e un sole robusto li accompagna dal primo all’ultimo metro.
Qui l’altimetria dice che è ancora discesa, procediamo da Fidenza a Fontanellato, ma il vento contrario allunga il tempo dei km. Fatico da matti per fare 3km quasi a 4.20 e il pessimismo dilaga, medito il ritiro, e nel frattempo continuo a superare quelli che sono partiti con troppa voglia di fare bene. 21.33 per il terzo 5k meta bonus è bruciato… e i pace-maker ??? Non ci sono oramai è chiaro. Poco dopo, quando già disperavo, comincio a sentire un battere forte di piedi alle mie spalle mi giro e un gruppo di quindici anime trainate da due maglie rosse con palloncini al vento sta arrivando. Temo per un attimo che si tratterà di un sorpasso breve quanto inevitabile, invece ecco la sorpresa riparato dietro a loro la fatica diminuisce e l’ottimismo torna a fare la voce grossa. Alla mezza circa 1.29.40, ma da ora in poi non prenderò più parziali saranno gli altri a farlo per me. Passiamo a Fontanellato, gli applausi ci scaldano e quando giriamo verso Busseto ecco un’altra news di quelle che fanno bene al cuore, i palloncini si alzano, il vento è alle spalle. Si fila veloce e chilometro dopo chilometro accumuliamo secondi preziosi da gestire nel finale. Dal trentesimo in poi è un escalation di dolori, il piede destro come sempre tende a gonfiarsi, al sinistro il chip forse stretto troppo mi sta ustionando, le spille per il pettorale agganciate alla termica calzata a pelle mi stanno facendo sanguinare il petto sul lato destro, delle gambe poi non posso parlare, non sono le mie, fanno male, molto male, ma non sono le mie, altrimenti non sarei così scemo, mi fermerei e bloccherei questo calvario. Ogni km come una ciliegia tira l’altro. Tutti i miei compagni di squadra hanno finito la Roma-Ostia e forse qualcuno stà pure gufando, non mi fermerò dovessi morire. In realtà il cuore e il respiro sono sotto controllo, ma le sensazioni di sofferenza non sono diffuse sono ovunque. Mi vedo come la macchina dei Blues Brothers, più si avvicina la meta più perdo pezzi, ma sono in missione per conto di Dio e non posso deludere. Gestiamo il vantaggio e anche se siamo rimasti in 8 e andiamo a 4.20 superiamo dozzine di viandanti malandati. Al quarantesimo ci sono rimasti 10 secondi di vantaggio e i pace-maker giustamente presi dalla paura di fallire strappano un po’…e subito perdo il contatto, un senso di frustrazione mi invade. Mi ripeto che anche 3h e 10 secondi sarebbe un tempone, ma in realtà è un bluff che tutti verrebbero a vedere, mollare ora equivarrebbe al fallimento. Al 41esimo sono a 30 mt dai Pace-maker, ma con 4.20 ce la dovrei fare ancora. Il condizionale è d’obbligo, quand’ecco che inaspettata l’eruzione evolve al livello parossistico; lapilli di adrenalina partono incontrollati da ogni poro della mia pelle, sto volando, le gambe sono di nuovo le mie, ma sono quelle del primo km i dolori vengono ricacciati negli inferi più lontani. Il gioco si è fatto duro e io ho cominciato a giocare. Come Bordin riagganciò la vittoria nel finale in quel di Seul così riaggancio il gruppo orami sfaldato. Gli ultimi 195mt li corro in meno di 40 secondi con le braccia alzate e un urlo alla Tardelli dopo il secondo gol nella finale mondiale dell’82.
Il cronometro segna 2h 59.44 (2.59.39 il netto), finisco la corsa abbracciando Chittolini dopo la linea del traguardo.
Un lacrimone mi scende dalle guance, non piangevo da quando 7 anni fa presi tra le braccia in tutta la sua nudità natale i 3380 grammi della piccola Chicca, mi giro e… lei è lì bellissima come la mamma, urlo e abbraccio tutti ancora per diversi minuti.
Lento lento ad esso batte più lento cantava l’emilianissimo Lucio Dalla, sono nuovamente io e …non riesco quasi a camminare, eppure 5 minuti fa volavo. Mi cambio alla meglio e prima di lasciare il campo di battaglia saluto Giorgio che mi racconta di come proprio oggi non fosse al suo meglio e che il quinto posto in fondo lo accontenta.
Contento lui, figuratevi io dopo le sue sincere congratulazioni per la mia piccola-grande impresa. Sono già oltre le transenne quando uno dei 2 pace-maker a cui devo moltissimo mi chiama e regala a mia figlia i palloncini colorati ad elio che ora a 500 km di distanza sono appoggiati sul soffitto del salone insieme ai miei pensieri.

Ringraziamenti:
Per prima, la mia famiglia per la tanta pazienza dimostrata.
Per Giancarlo Casentini che mi ha indicato la strada, e al quale ricordo che oramai la breccia è stata fatta e resta solo da passare.
Per Giancarlo Chittolini che pur non avendo ricevuto raccomandazioni da Giove Pluvio ha trovato un percorso ad dir poco filante.
Per i pace-maker di cui non so il nome, ma so che senza il loro intervento proprio non ce l'avrei fatta.
Per i 40 compagni di squadra dell'Astra Trastevere che oggi ho tradito nella gara del nostro personalissimo campionato sociale.
Per la redazione e gli amici di Podisti che sono serviti come volano naturale per spiccare l'ultimo salto.
Per gli immancabili gufi…,specie quelli juventini, che tanto sono riusciti a pungolare il mio orgoglio.
Per le gambe…siano esse mie o di chissà chi, che resteranno semi paralizzate per una buona settimana, ma che così bene hanno fatto il loro dovere per meno di tre ore.
Per… tutti quelli che hanno avuto la pazienza di leggermi fino all'ultima riga.

10 commenti

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  1. Anonimo ha scritto:
  2. Allarga 'sta foto!

     
  3. GIAN CARLO ha scritto:
  4. Stai sognando il giorno che andrai sotto a 3h e 30, quando ci riuscirai e ci riuscirai, sul traguardo vicino a te ce sarà er padre der Gobbo de Notre Dame

     
  5. Micio1970 ha scritto:
  6. Grandissimo racconto! Mi è quasi scesa una lacrimuccia: sei stato grande Gian carlo. Chissà che possa festeggiare i 40 anni con un'impresa simile.

     
  7. GIAN CARLO ha scritto:
  8. @Micio, per te sarà più facile, hai + margine....anche se lo devi sempre fa(come se dice a Roma)

     
  9. Ezio ha scritto:
  10. che fico...emozione!

     
  11. GIAN CARLO ha scritto:
  12. @Ezio, lo fu... auguro a tutti, quindi anche a me di riprovare emozioni così forti !

     
  13. Frate_tack ha scritto:
  14. Stavo per mettermi a piangere. Il muro delle 3 ore è una soddisfazione immensa. COmplimenti, speriamo di entrare nel gruppo al più presto anche se ormai siamo agli sgoccioli.

     
  15. GIAN CARLO ha scritto:
  16. @Frate_tack, non sbagliare allenamenti, vai a fare Maratone veloci(Berlino, Rotterdam, Londra) se vuoi andare all'estero e ce la farai anche tu a breve.

     
  17. Micio1970 ha scritto:
  18. Poteva mancare oggi qui il mio commento? Nel lungo rettilineo, da solo, tra il 30° e il 40° km il tuo racconto è stato quasi un mantra ... ero in ritardo di 3 secondi sul tuo passaggio alla mezza poi ho fatto un po' meglio nel finale ma è stata una sofferenza che solo tu puoi capire. Poi l'urlo liberatorio finale ...
    Ho riletto il tuo racconto e mi sono emozionato ancora per me e per te ...
    Grazie Gian!

     
  19. GIAN CARLO ha scritto:
  20. grazie a te ...oggi mi hai regalato quei 7 anni e mezzo riportandomi ad allora.
    Certo mi giro e Chicca ha raddoppiato i suoi anni :(

     

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