Con l'originale firma di Seneca qualche giorno fa il commento che segue è stato lasciato sul Blog di Michele ...mentre si parlava del desiderio di correre e della consapevolezza con cui attraverso la corsa ci poniamo nuovi obiettivi e vediamo le cose con occhi diversi.
VI PREGO DI LEGGERLO CON ATTENZIONE E DI DIRMI LA VOSTRA SU COSA NE PENSATE E QUAL' E' IL VOSTRO RAPPORTO CON GLI OBIETTIVI CHE ATTRAVERSO LA CORSA VI PONETE.
"Quando Dio ci vuole punire esaudisce tutti i nostri desideri". La sensazione umana del Desiderio, per chiamarsi tale, deve suscitare in noi un senso di mancanza, necessità o bisogno verso un oggetto o un obbiettivo preciso. Una volta riusciti ad ottenere l’obbiettivo desiderato, nascerà in noi un senso di gioia che è direttamente proporzionale alla quantità d’impegno mentale e fisico di cui abbiamo usufruito per conquistarlo. Quando un uomo desidera è felice, poiché si proietta nel momento in cui riuscirà ad ottenere l’oggetto che è al centro di tutti i suoi pensieri. Più l’uomo s’impegnerà nel trovare la propria soddisfazione, più una volta raggiunta questa, sarà contento. Poiché è una sensazione connaturata all’uomo, il Desiderio di migliorarsi non lo abbandonerà, ma cambierà solo il suo obiettivo, indirizzando i propri pensieri verso un altro traguardo che sarà tanto necessario quanto quello appena conquistato, rendendo, a volte, la conquista di quest’ultimo completamente inutile. Michele, la tua assiduità nel correre, nell'allenarti a tutti i costi, nella rincorsa dei tempi sempre migliori forse non è diversa dalla sindrome da prestazione che colpisce tutti indistintamente e che si accentua quando l'età inevitabilmente ci porta verso una parabola discendente. Come sarà fra qualche anno quando gli acciacchi e i traumi inevitabili ti porteranno a regredire nelle prestazioni? Dove c'è la ricerca continua quasi ossessiva della performance non può esserci gioia pura. Alla fine non sei molto diverso da chi rincorre lo shopping compulsivo di giorno in giorno, sei anche tu fondamentalmente una persona insoddisfatta soltanto che il tuo modo di agire per tua fortuna non costa nulla e l'oggetto che rincorri nei tuoi desideri è un tempo sempre migliore. Anche Forrest Gump ogni tanto si fermava a riflettere.
Il mio rapporto con l'obbiettivo si può considerare perfetto a differenza di tutti gli altri rapporti che ho :-))
Lo fisso, lo cerco, lo desidero. Mi fa guardare avanti e oltre. Mi do tutto il tempo necessario. Non è un ossessione, ma una spinta a continuare. Una volta raggiunto ne arriva un altro e senza frenesia, senza ossessione sono sempre lì a rincorrerlo.
Ma sempre con il sorriso sulle labbra.
è pur sempre un obbiettivo :
"Caro LUCIANO,
la tua iscrizione alla Maratona di Roma 2009 è completa. Successivamente
potrai scaricare la lettera di conferma da portare all’atto del ritiro
dello stesso consultando il link “verifica iscrizione” nell’area
riservata del sito www.maratonadiroma.it.
Cordiali saluti. L’Ufficio Iscrizioni"
Ora sono iscritto e ho prenotato sia volo che albergo!
Roma arrivooooooo!!
A me generalmente piace pormi degli obiettivi, che spesso sono raggiungibili (in ambiti, come quello lavorativo, dove ho una certa dimestichezza con le mie capacità) ed altre volte (la corsa, per esempio, visto il poco tempo di "attività") sono da ritoccare cammin facendo. Concordo pienamente col fatto che più impegno ci si mette nel raggiungere un obiettivo, più la soddisfazione è grande.
@Luciano: son contento che probabilmente ci conosceremo a roma(il probabilmente dipeso solo dall'incertezza del calendario del corso che seguo, ma al 90 %ci sarò quel finesettimana)
sul commento: l'obiettivo è mobile e relativo. Non vedo perchè non ci possa esser gioia nel centrare una performance..pazienza se lo sfiorir degli anni ci faranno ambire a prestazioni cronometriche più modeste.. Dal basso dei miei 28 anni potrei esser tacciato di "parli così perché sei giovane, quando cresci proverai insoddisfazione quando non migliorerai più" Ma ho tanti esempi di signori attempati che corrono e che con il cronometro si divertono ancora..cercano di ricavare dal loro fisico il massimo che esso può dare in rapporto all'età che hanno. Non mi sembrano frustrati, anche perché non hanno la minima intenzione di smettere!.
Sono begli esempi che spero di imitare..secondo me è gente che ha imparato a viver lo sport e la performance ad essa connessa secondo la filosofia del Qui ed ora.
Morale: chi vive lo sport in modo agonistico come lo viviamo noi, può cercare di farlo fino alla fine adottando questi accorgimenti
@Lucky Math e bibe, solo per dirvi che in merito a Roma ho scritto 2 righe sul sito dei Blogtrotters perchè si preannuncia un grosso raduno spontaneo dove io ho buttato li i nomi di quelli che dovrebbero esserci, ma già scopro che forse c'è anche Math....potrebbe essere un bell'obiettivo
Il superare dei limiti, il migliorare, il porsi dei traguardi, è quello che fa progredire l'umanità.
Finchè uno è in grado di farlo, ben per lui.
Il giorno che si accorgerà di "essere arrivato" cambierà i suoi orrizzonti.
Io mi accorgo in continuazione di avere più traguardi da raggiungere che tempo per vivere, ma di certo non mi affretto.
E' la vita.
Bravo Giancarlo, io ho già detto nelle mie repliche. Obiettivo n°1 divertirsi.
Modo per farlo: impegno, se si parla poi di risultati cronometrici non ne faccio il fine ultimo.
L'obbiettivo se fissato bene può essere sempre ricercato, c'è gioia anche a riuscire a fare una mezza a 80 anni. L'obbiettivo è per i sognatori, felici malinconici (intesa come piacevole serenità) che penseranno al passato con un sorrisetto. L'obbiettivo che mi pongo nel correre è quello di battere la maggior parte dei corridori o me stesso raggiungendo la cosa in modo gratificante! Faccio una volata se vedo che affianco a me c'è qualcuno della mia età che mi supera (non mi sembra brutto battere qualcuno in qualcosa perchè chiunque sà fare meglio altro e non c'è nessuno che è assolutamente più bravo). E' un sano agonismo(a differenza di altri obbiettivi raggiunti in maniere pìù o meno lecite nella vita) che mi diverte anche quando me le suonano di santa ragione..mi diverto e rispetto anche l'ultima vecchietta degli amatori perchè anche lei stà facendo qualcosa per non cadere nel torpore di fermarsi ma và avanti. Lo scopo per qualcosa è una delle cose principali con cui l'uomo si dà la forza per andare avanti. Cerco l'obbiettivo anche dentro di me e potrei affrontare una salita solo per scrivere che l'ho fatto su un foglio di carta. E quando non c'è la farò penserò al tempo passato a provarci. Non avere obbiettivi è come fermarsi sulla poltrona per sempre. Se l'umanità nel bene o nel male non avrebbe avuto obiettivi sarebbe ancora a far rotolare i cubi.
Il mio rapporto con l'obbiettivo è un qualcosa che mi fà venire le farfalle nello stomaco perchè è parte di un progetto che sò già essere irragiungibile..ma mi toglie la timidezza, mi dà forza, allegria, ho uno stile di vita ed ho speranza. Sono soddisfatto di avere obiettivi intermedi che in questo momento ricerco nella corsa perchè in altro modo sarei insoddisfatto della mia aggressività con cui mi attacco alla vita.
post succulento, pane per i miei denti. seneca era uno stoico e come tale gli piaceva soffrire. lo stoicismo è stato un ottimo terreno di coltura per il cristianesimo, filosofia della santificazione della sofferenza per eccellenza. io invece sono un freudiano-epicureo e quindi:
1)il fatto che quando si desidera si è felici è una malattia mantale cristiana, io sono felice quando soddisfo il desiderio e non desidero più. poi il desiderio si riforma e finchè non lo soddisfo sono infelice.
2)il fatto che la gioia sia maggiore quanto maggiore è la difficoltà della soddisfazione è una malattia mentale cristiana, masochismo. io adoro gli obiettivi facili.
3)il fatto che questo modo di sentire sia "connaturato" all'uomo è una delle più grosse bestialità che abbia mai sentito. gli indios, ad esempio, la pensano come me e non come "voi".
4)è un certo tipo di insoddisfazione, imposto da una cultura malata, che impone soddisfazioni alternative mai soddisfacenti, facendo rotolare il mondo in un vortice di folli cambiamenti continui sempre più veloci, che "voi" chiamate "progresso" e che presto causeranno l'estinzione della specie.
luciano er califfo.
@Giovanni, le tue parole le sento molto vicine al mio modo di pensare.
Mio papà, 85Y cardiopatico mi dice sempre che ha tante cose da fare e spinge sempre a tutta per riuscire..., spero che l'esempio on sia letto male!
@Michele, so come la pensi, anche che sei un grande cuoco... peccato non vieni a Roma per la Maratona ti avrei messo dietro i fornelli :-)
Se non ho aggiunto nel post anche la tua risposta è perchè temevo risultasse troppo lungo.
@Davide, le farfalle nello stomaco non sono male...hai parlato tantissimo, poi dicono che i sardi son gente chiusa.
@Luciano, ti rispondo dopo...mi parte un film su SKI che non voglio perdere
Un pò concordo con luciano, ieri per esempio sono andato a correre un lungo senza orologio, senza sapere nemmeno che strada avrei percorso, decidendo all'ultimo istante. Nevicavs. Mi godevo il panorama. E' STATO EMOZIONANTE, BELLISSIMO. Alla fine ero tornato a casa contento, non mi interessava sapere se avevo corso in 4'39 o 4'54. Ieri no. Ma non è sempre così. Altre volte si segue il crono...dipende dalle circostanze, dipende da ciascuno di noi.
be, anche stavolta il califfo e' stato perfetto.. aggiungerei che mentre noi nel medioevo bruciavamo le streghe e indossavamo il cilicio in oriente si perfezionava il kamasutra..
detto tutto..
L'obiettivo è fondamentale per la vita di una persona, nello sport come nella vita di tutti i giorni. Per quanto mi riguarda sostituisce il pane sulla tavola ... un aggettivo? adrenalinico! Ma importante, e forse ancora maggiormente ricco di adrenalina ed emozioni è il percorso (il dolce) che porta all'obiettivo!
Meno male che queste latinorumerie non me le hanno fatto studiare...
Questi erano fusi a forza di pensare, ecco la verità.
Ho semplici risposte: nella mia vita ho sempre cercato di dare il meglio di me in tutti i settori e dove non ci sono riuscito, per mia coscienza, ci sono rimasto male come una ferita non marginabile (e ne ho qualcuno purtroppo...).
Quindi nella corsa, andrò avanti sempre alla ricerca di un obiettivo valido e finchè posso godermi questi momenti di picco non penso ad altro.
Tanto già è pronta una società di amatori pronta ad accogliermi quando smetterò di fare il semi-professionismo.
E lo dico sempre: nella vita ci sono cose più importanti della corsa e ho ben fissa la scala di valori, averla tutta e completa già a quest'età, magari!
Mi fa sorridere la scemenza dello shopping compulsivo che accosto a scemenze tipo il continuo gioco d'azzardo tutte le settimane o tutti i giorni: quella gente ha davvero un problema perchè cerca in queste cose emozioni e gioie passeggere stimolate dall'ADRENALINA prodotta durante l'acquisto o la puntata che provo tutti i giorni con la corsa. E chi ha bisogno di altro?
E infine la felicità: è un concetto abusato per molti, ma sono davvero pochi gli eventi che producono felicità (e non parlo di temporaneità), e sono quelli che provengono dl cuore.
Mi pongo un obiettivo, faccio di tutto per raggiungerlo, se ci riesco bene, se non ci riesco, c'ho provato. Raggiunto un obiettivo, ne godo per un pò e poi ne cerco subito un altro... Un modo come un altro per sentirsi vivo. Questa esula da tempi a chilometri o performance, almeno per il momento. Poi, si vedrà.
Che film c'era su Sky?
cerco di raggiungerlo...ma non sempre ci riesco,...
però do sempre il massimo in quello che faccio
Per me l'importante è che facciò quello che mi stimola !
Poi guardo avanti senza troppi ma o però.
Quando non mi diverto più, cerco nuove avventure !
OK mi espongo ad una risposta tentando la sintesi in poche righe.
Stoicista, Epicureo, Edonista e quant'altro sono scuole di pensiero collocabili in una epoca ed alla quale ci si poteva riferire per riconoscersi e farsi orientare.
Se volessimo trovare un corrispettivo attuale, e qui luciano si inc...., potrebbero essere identificate alla pari di discutibili mode, alle quali generazioni hanno fatto ricorso per trovare una divisa da indossare ed essere così uniformati ed accettati dal gruppo. Essere diversi costa ed espone a rischi.
Diversa è la scelta attuale di collocarsi in un daterminato orientamento filosofico, quella che fa Luciano per intenderci, nella quale la posizione è di contrapposizione, non di contestazione badate, alla scelta indicata dal cosiddetto "buonsenso comune", è rappresentativa del proprio credo realmente sentito.
Noi siamo diversi e soprattutto siamo cresciuti.
Noi con connotazioni, con progetti, aspettative e vari obiettivi non siamo diversi da luciano e crediamo nella corsa come filosofia di vita.
Non credo che luciano interpreti poi questo sport in modo tanto diverso dal nostro, noi siamo prima di tutto eredità per noi stessi e poi, ma solo poi, per gli altri.
Non credo che una M in 2h 40' con un allenamento a settimana possa valere di più di una in 3h 20 con tanto sudore e tanta fatica ed allenamenti fatti al freddo o al gelo o al caldo torrido.
A me personalmente non interessa il risultato ma l'impegno profuso per ottenerlo, è l'unico sistema per stabilire se che da quella mia condizione ho spremuto il 100% delle mie possibilità.Questo gratifica!
A 25 anni immaginavo come sarei stato a 50 e che tempi avrei fatto, ora penso che se ad 80 dovessi finire su una sedia a rotelle finirei per fare i Campionati mondiali di sedia a rotelle, di certo, come molti di noi, non smetterei di rilanciare!
@Karim, le tue parole son quelle che sento + mie. Io senza obiettivi nuovi non so stare.
Il film era deta tratto dal romanzo di Baricco.
@Tutti, fondamentalmente sento che un minimo comune multiplo di pensiero c'è. Comunque sono contento che si sia creato un vivace scambio di vedute che partendo dalla corsa è germogliato in Brasile arrivando in oriente attraverso la Sicilia etc etc.
@Tutti Vado a nanna, oggi è stato il primo giorno di lavoro e 8 ore mi hanno spremuto, domani pero' rileggo tutto(con + attenzione) e parto da Ugo...tornando indietro fino all'Indio !
Quanta carne sul fuoco kakkio...!!
Mi freme pure il frenulo...e questo e' un post da goduria pazzesca per un agnostico tendente all'ateismo come me...
Ancora non ateo perche' pure quella e' una forma di credenza assoluta che aborro ma non certo come quella della religione a tutti i costi che la maggioranza di coloro che credono in ovinesca maniera professa in questo pianeta....
Basterebbe studiare un po' di genetica per prendere a calci nel culo chiunque poco poco cominci a parlare di creazione... ma tant'e'... come e' possibile fermare un'ondata di marea con una paletta in mano ?!?
Troppi troppi invasati dalla religione...
Gli unici sostenibili ?! Whokantanga col suo Manitu' ovverosia la Natura, la nostra sola creatice...!!
Tutta 'sta sbrodolata (scusate le bordate...!!) e perche' ?!?
perche' stiamo parlando dei comportamenti di buona parte dell'umanita'... IRRAZIONALI !!!
Concordo in buona parte con Luciano il Califfo, ma a differenza sua, dico che molti, specie ad alto livello di comando sempre dell'umanita', lo sa benissimo che la religione e' una grandissima illusione, ma proprio per questo e' una facile forma di comando e controllo della belante umanita'.....
ecco perche' il desiderio di accaparrare (e non di migliorarsi) diventa insito nell'uomo...rivalsa ?!?!
Passeranno gli anni, i decenni ed i secoli ma questa tendenza dell'uomo non morira' mai se non quando fatalmente la nostra specie si estinguera'... cosa che, se continuiamo a violentare questo pianeta avverra' prima del previsto..
Personalmente dico sempre che sono una pecora nera e quindi non faro' mai parte di quella schiera...
In fine vi dico : a 17 anni correvo il 1000 a 2.37 sarei un gran cazzone a sperare di poterlo fare a 50 anni !!
Pero' a 3.15 ci potrei arrivare... per cui ogni dimensione ha delle sue caretteristiche...
Alla mia eta' posso fare le cose per cui son predisposto....
basta accontentarsi...!!
Salute a tutti soprattutto a chi si scandalizzera' per i miei pensieri.... che ci rifletta un tantinello dai....
Rispondo prima di leggere tutte le vostre risposte (domani).
Gli obiettivi che mi pongo nella corsa sono traguardi volanti, di un percorso che vorrebbe durare il più a lungo possibile e che nemmeno io riesco a definire nei particolari (non ho un grosso sogno, ma tanti piccoli desideri).
I miei obiettivi variano con il passare del tempo; non mi dico mai che il mio sogno sarebbe di correre quella gara famosa/distanza o farla in quel tempo.
Forse dico più facilmente: mi piacerebbe correre la maratona sotto le 2h50', poi vorrei certamente migliorarmi, ma prenderei quel che viene, perché a me semplicemente piace correre; correre (e preparare) una maratona come ho fatto (solo quella che ho corso..), a quella andatura, senza affanno a me soddisfa e ci metterei la firma per correrle tutte così e visitare posti nuovi.
All'inizio dell mio correre pensavo, come tanti, alle ultra, poi ho scoperto di avere qualche problemino fisico, mi piacerebbe ancora correrne almeno una un giorno, ma bisogna sapersi accontentare nella vita.
Alcuni miei desideri variano di giorno in giorno, ogni volta che esco a correre ho come obiettivo certamente di sentirmi bene con me stesso; magari ho in programma un allenamento di qualità, poi invece incontro gli amice e per il piacere di correre con loro lo faccio saltare (poi cerco e quasi sempre riesco a recuperarlo).
Non ho ancora l'età di Michele, mi mancano poco più di 2 anni ai quaranta, non recrimino di aver iniziato tardi a correre, forse perché per me alla fine la prestazione cronometrica è meno importante del muovere le gambe in leggerezza e percorrere tanti km.
A volte ho pensato a quando avrò 60 anni, mi son immaginato ancora a correre naturalmente; ho pensato che le lunghe distanze potrebbero essere troppo a quel punto e mi son semplicemente detto che ci saranno le non competitive domenicali, conoscerò tanta gente nel frattempo e gioirò con loro del semplice sgambettare, che ancora mi renderà bambino.
Io mi accontento e perché poi non dovrei: perché dopo il mio passato non dovrei semplicemente accontentarmi semplicemente di essere una persona che sa correre?
I desideri sono sogni, basta fare quelli giusti.
...io ho già dato una risposta giorni fa avendo seguito direttamente la lettera nel blog di michele. Comunque, francamente, ancora mi risulta difficile capire dove il nostro amico voglia andare a parare. Già, perchè a volte ci si avventura in ragionamenti teroicamente anche comprensibili, ma che non portano a nessuna conclusione, perciò sono fini a se stessi, perciò a mio parere inutili. Uno non dovrebbe cercare la prestazione che lo migliori perchè poi, andando avanti con l'età, la sua parabola discendente dovrebbe portarlo ad una cocente delusione...quindi ad accusare un senso di frustrazione...quindi...ma qual è il problema? Quindi sarebbe meglio poltrire davanti alla Tv, con la Coca Cola nella destra e le patatine fritte nella sinistra, a rincoglionirsi con Maria De Filippi attendendo una bella, tranquilla, pacifica e sublime morte? Boh...aiutatemi a capire!!!
io mi sono posto degli obiettivi talmente ambiziosi che non li ho mai raggiunti nè probabilmente ci riuscirò mai.
Di conseguenza risulta che sono estremamente felice.
Sono a posto?
sono felice ma con un dubbio...
sono andato sul filosofico generale perchè il tizio del blog di michele l'ha fatto e perchè alcuni aspetti psicologici della corsa, come di qualsiasi altra attività, non sono estranei alla filosofia, anche se la gente non se ne rende conto. io ho il mio modo di pensare che poi ho notato che somiglia a quello di altri pensatori, in alcuni punti. e i punti di vista di questi pensatori convergono verso una parte della barricata che definirei per semplicità MATERIALISTA, in contrapposizione a quella IDEALISTA, corrente di pensiero a cui appartiene la fissa ossessiva per gli obiettivi. in finale, l'obiettivo è un'idea, qualcosa che qui e ora non esiste. circa la corsa, nella pratica non mi discosto molto dagli altri (a parte il fatto che non mi interessa gareggiare), ma dal punto di vista teorico credo che ci sia in noi un istinto al movimento, al "lavoro"(forza x spostamento) che la nostra società ha sopito. il nostro corpo è stato concepito per correre 80km in una settimana, prima di riuscire a prendere un cervo. quindi nello sport la questione degli obiettivi potrebbe essere una sovrastruttura razionalizzante idealista atta a nascondere un bisogno biologico materialista! quest'attività poi può convogliare energie provenienti da altre aree istintuali represse: se all'età di 17 anni avessi già avuto 150 amanti (come un "indio" non contattato dal cristianesimo/buddismo/induismo/islamismo ecc.) probabilmente non mi sarei dato all'atletica...
luciano er califfo.
@Luciano, Luciano quindi fai 80km a settimana per catturare la 150esima cerbiatta prima che a 45anni non je la farai +
@Tutti, certo che quando si lancia uno sasso nello stagno i cerchi davvero non finiscono mai.
Da cui ho capito che:
1)Dormite poco.
2)Correte per raffreddare il cervello altrimenti vi va in fusione
3)disprezzate l'ordinario e pur sentendovi "lontani dalla massa"(ma con peculiari distinguo)... abbastanza felici.
Caz.. che bella gente i RUNNER
Quando ho letto il post, riferito a Michele, ho creduto davvero si riferisse a me; solo il riferimento al blog contrasta! Io in parte mi riconosco nella descrizione; nel mio avvicinamento alla corsa sono stato preso un pò alla volta da questa passione, partendo da un livello scarsino, per poi migliorare in modo consistente e continuo. Anche se adesso sono solo un discreto atleta amatore,..niente di speciale. Però dall'inizio mi sono sempre posto degli obiettivi, via via sempre +impegnativi che mi sono stati di grande stimolo per migliorare. Spero solo di non cadere nella compulsione tipo shopping e nell'ansia da prestazione, e in tutta sincerità credo di riuscirci; anzi avere raggiunto granparte dei miei obiettivi ed avere superato persino le aspettative che mi facevo qualche anno addietro mi ha dato una grande sicurezza nei miei mezzi. Diversa la questione della parabola discendente: ho paura di cosa succederà quando non migliorerò +, ma confido nel benessere che mi da la corsa per continuare.
Porsi degli obiettivi è connaturato a mio avviso nella natura umana e questa è una dote dell'evoluzionismo che ci ha condotti fin qua. Anche gli Indios (e qui contraddico Luciano) hanno obiettivi. E' l'esasperazione della ricerca degli obiettivi ad essere una peculiarità del mondo occidentale (la nevrosi collettiva).
Tornando all'individuale ... senza obiettivi non riesco a stare: cerco di viverli il più serenamente possibile alla ricerca di quell'equilibrio (per sua natura instabile) che è "l'obiettivo" della mia vita.
allora...
organizziamo questo blogpoint?
Per quel che mi riguarda la corsa l'ho "intrapresa" tardi e quasi per scherzo. Poi, pero', mi ha preso sempre piu'.
Quando ero piu' giovane cercavo sport in cui vi fosse una componente di gioco abbastanza forte (basket, tennis, calcio, scherma). Con l'eta' il bisogno di gioco si e' affievolito in favore di una maggiore sensibilita' nei riguardi dell'aspetto quasi "meditativo" che la corsa sa conferire a chi la pratica (penso che cio' valga di piu' per la corsa di resistenza - ma potrei sbagliarmi).
Ora come ora qualche obiettivo ce l'ho, pero' cerco di far in modo che sia "alla portata" in tempi non troppo lunghi: ad esempio adesso punto a fare una maratona sotto le 4 h. E' chiaro che puntare ora alla M in meno di 3 e' non troppo sensato. Cosi' facendo mi godo l'obiettivo intermedio, anche se poi, alla resa dei conti, quello che piu' mi appaga e' la corsa in se', magari da solo in un bosco o sul ciglione che da' sul mare... Mi appagano le endorfine che sento alla fine della corsa. E cosi' via...
La sola ricerca del riscontro cronometrico, per quel che mi riguarda, non mi da'grandi soddisfazioni (ma capisco la soggettivita' di questo mio pensiero).
Comunque, ripensando al Califfo e ai suoi 80 km quotidiani di caccia alla cerva (;-)) mi permetto di linkare un post che avevo messo tempo fa relativo ad un articolo su Nature che spiegava come noi siamo "geneticamente portati" alla corsa di resistenza.
http://runzanger.blogspot.com/2008/06/ecco-il-resoconto-dellarticolo-su_10.html
@Alessio, certo che si se
parli di Miguel.
@Mic e Micio, non ho dubbi che quando non sarete più in grado di migliorarvi saprete vivere serenamente la nuova dimensione degli obiettivi....anche se qualche momento di sconforto non ve lo toglierà nessuno.
PS
Of course gli indios hanno degli obiettivi, + semplici, sociologicamente + facili da essere capiti, meno soggetti alle variazioni umorali politiche di costume etc etc, ma hanno degli obiettivi...non ci piove... anzi oggi piove e pure forte !
@Marco, mi ricordo di aver letto quell'articolo che avevi pubblicato era molto interessante... e...(lunghissimo) !!!
io avevo parlato di cervo con la "o"... giancà, la 150a cerva con la "a" da quel dì è stata archiviata!
il proficuo dibattito permette un progressivo approfondimento. sì, anche gli indios hanno "obiettivi" (se si può chiamare obiettivo passare sotto un albero di manghi e mangiarseli e poi stare 6 ore steso sull'amaca...), la questione è che QUALITATIVAMENTE ne hanno pochissimi e QUANTITATIVAMENTE i loro obiettivi sono "deboli", nel senso di tesi solo alla sopravvivenza, propria, della prole e della comunità. una cosa è avere fame e cercare di mangiare, altra cosa è fare miliardi perchè bisogna sempre andare al ristorante lussuoso a mangiare tartufo. una cosa è stare per strada e cercare di avere una casetta o una capanna, altra cosa è avere una casa di 120m a roma, una a lavinio e sperare per anni nella carriera e negli straordinari e leccare il direttore e non scioperare mai per farsi una terza casa a altipiani di arcinazzo. una cosa è una donna che non vuole ferirsi i piedi, altra cosa è avere 40 paia di scarpe diverse. negli ultimi casi un obiettivo normale si trasforma in PSICOSI. e anche il più sano degli obiettivi può trasformarsi in psicosi, quando la sessualità ha concluso il suo ciclo naturale, ma la gente usa la pillola azzurra per continuare a far credere agli altri e a sè stessi che ancora si può: la sessualità diventa un lavoro, un dovere, non è più qualcosa che nasce dall'interno, dal corpo (MATERIALE) ma qualcosa che parte dal bisogno IDEALE di mostrare qualcosa a qualcuno, e che deve essere imposto a un corpo che non vorrebbe più farlo! come se non avessi più fame (quindi neanche più bisogno di lavorare per procurarmi cibo) e prendessi pillole per aver per forza fame, per poi per forza lavorare, per poi per forza rimediare il cibo per placare quella fame artificialmente prodotta!!! il mondo di oggi è completamente degenerato e in disfacimento. luciano er califfo.
Ehi Gian Carlo, quando ieri sera ho letto il tuo post, mi sono detta mamma mia Runner Blade ha scatenato una valanga... Sono andata a dormirci su, e mi sono pure sognata er Califfo... Ed ecco qui la valanga c'è stata, eccome!
Quanto alla felicità, io dopo che ho corso sono sempre più felice che prima. Che sia un allenamento o una gara, che ci sia un obiettivo da preparare o che si faccia per il puro piacere di farlo. Anzi, forse se non ho obiettivi particolari me la godo di più, penso di meno, sogno di più e mi lascio intridere di più (d'endorfine :)
E questa sera si correee!!!
Si hai ragione Califfo, la storia non insegna : gli antichi romani all'apice della loro grandezza hanno cominciato a scendere a causa della degenarazione dei loro modi. Stessi errori adesso, questo si nota anche dal continuo malumore delle persona mai soddisfatte. Il mio commentatore Seneca non ha tutti i torti
sarah, lo so che stai provocando, il tuo presunto sogno è in contraddizione con il tuo "bleah" dell'altra volta. se il tuo sogno fosse vero sarebbe una cosa gravissima e fossi il tuo ragazzo/marito mi preoccuperei, ma per fortuna stai solo scherzando.
volevo dirti che invece io (non sono vendicativo: ciò che le persone mi ispirano è indipendente da ciò che io ispiro alle persone) ti trovo carina (platonicamente) e il tuo blog è molto poetico, non lo commento solo perchè non mi è permesso l'accesso come "anonimo". luciano er califfo.
Sarah e Califfo, Prossimo post con frase presa da Cenerentola di walt Disney: "I sogni son desidesideri....", solo che io quanto meno ci aggiungerei un punto interrogativo.
@Michele, i Romani hanno mollato un attimo -1500 anni- per tornare grandi il 22/3/2009 e chi non ci sarà peste lo colga !!!!!
giancarlo, in tutte le lingue del mondo "sogno" e "desiderio" sono usati come sinonimi. poi arrivò freud a mettere nero su bianco questa cosa banale che tutti sanno e... tutti gli dettero addosso!!!
ROMANI E NON, vi riunite sempre in mia assenza, eh?
er califfo.
Per me è impensabile non avere degli obbiettivi sportivi, però bisogna dire che se dico di fare una certa cosa vuol dire che ci riuscirò, infatti x il 2009 ne ho alcuni molto tosti, non parlo di maratone e tempi, ormai la maratona non mi preoccupa più, tanto non cerco più il primato, quello che volevo l'ho raggiunto, il Passatore e 2 gare in montagna di 60 e 87 km non sono uno scherzo, da parte mia ho la forza di sapere che ci riuscirò, mi dico se ci è riuscito lui vuoi che non riesca io,anche se so che bisognerà tirar fuori le cosidette ...le. Secondo me la cosa fondamentale x riuscire in qualsiasi cosa è essere convinti di farcela, ciao Burdel
Porsi degli obiettivi troppo facili da raggiungere ti limita la soddisfazione del risultato....e poi piu' è difficile il traguardo più è grande l'attesa e grande il godimento nel prepararti la gara....io mi ritengo fortunato ho sempre qualcosa all'orizzonte da accarezzare.
@Ri-tutti, ebbene si ho il desiderio che in occasione della Maratona di Roma ci sarete quasi tutti !!!!
MiticoJ sei uomo da trial....ma con lo stesso spirito di NY potresti pure fare un salto a Roma...
Dante, obiettivo facile(va interpretato) io se mi alleno alla grande e "dichiaro" 3h e 15 è facile, ma già sono obbligato a correre a non mollare a non lasciarmi andare all'inedia del fa freddo-fa caldo-piove etc etc. Quindi quando lo ottengo ho vinto molto al di la del risultato(che quindi in se mi tocca poco !)
DANTE, devo dedurre che tu, quando hai fame, mangi dopo 15 giorni? o che, quando ti piace una donna, preferisci una "conclusione" dopo 2 anni invece che dopo 2 giorni?
luciano er califfo.
Quindi si raggiunge l'apice del pensiero filosofico! E' cosí che si parla in Brasile?
@Karim, non mi stuzzicare pure te er Califfo brasileiro...che ora starà combattendo con 100% di umidità e 30 gradi di temperatura... è ovvio che stà all'apice :-)
karim, i brasiliani (beati loro!) seguono solo la "filosofia della pagnotta: magno, bevo e.............."
cerco di emularli ma ci riesco solo parzialmente. è che in occidente è necessaria la cultura per capire che la cultura è sbagliata. er califfo.
@Luciano, sta cosa della pagnotta...che sa tanto di Italietta anni '60 (però li ci stanno i ragazzini che sniffano la colla) te la lascio passare perchè un brasiliano ha vinto la maratona di New York e da interista perchè vorrei recuperare quell'alcolizzato di Adriano !
Io mi pongo spesso, diciamo sempre degli obbiettivi, ma non perchè sono una fobica, ma perchè se mi dò una meta ho più soddisfazione nell'allenarmi. faccio un esempio, quando mi sono allenata per la maratona di reggio ero soddisfatta perchè ogni giorno sapevo cosa fare negli allenamenti, ma dopo la gara mi sono trovata persa senza sapere che fare, mi dirai che ogni tanto ci vuole un po di pausa e correre a sensazione senza pensare ai km e a quanto vai, si è vero ma io personalmente non mi gratifico. quindi per me pormi degli obbiettivi è fondamentale ! Come lo è il riposo tra un'allenamento e l'altro !
@Franca, a Reggio anche Vincenzo aveva un obiettivo :-)))
Scherzi a parte ti capisco... fai parte della sacra schiera dei + criticati da Luciano !
Porsi degli obiettivi è stimolante, magari bisogna stare attenti a non puntare troppo in alto altrimenti si resta delusi
giancà:
-che c'entra il discorso degli sniffatori di colla? come sniffatori gli italiani non sono secondi a nessuno. poi, mica dico che il brasile sia un paradiso, ci sono problemacci che manco ti immagini, ma IO posso dirlo, la moralista e parziale tv italiana no!
-adriano non lo recuperi: basta vedere la sua ragazza che ci saluta dal finestrino del treno
http://www.viviane_castro.theblog.com.br/viviane_castro01.html
-guarda che io non critico nessuno, ho solo cercato di evidenziare delle realtà psicologiche e sociologiche. e parzialmente mi ci metto in mezzo pure io. qualcosa si deve fare per passare il tempo e, una volta deciso che questa cosa è l'atletica, ben vengano gli obiettivi. non credo che l'obiettivo di fare una gara x nel tempo y rovini il mondo come l'obiettivo di vincere una guerra o accumulare miliardi. er califfo.
http://www.viviane_castro.theblog.com.br/viviane_castro01.html
....!!! L'animaccia sua...!!!
Mo' ho capito perche' sta' a ffa' er falegname co' quer vammorimmazzato de pallone !!
@Suysan, è un po' la mia filosofia, ma spesso mi dicono che gioco al ribasso.
@Luciano e Marco, OK lasciam perdere Adriano, che poi finchè i calciatori di donna ce ne hanno solo una di solito va bene... è quando farfalleggiano che non giocano bene.
Lucià, che qui si sniffa è noto, quando lo fanno i bambini però mi raccapriccia...cmq è ovvio che tu non hai colpe :-))))
Ne hai tante, ma proprio tutte direi di NOOOO !!
giancarlo, raccapriccia pure me. però mi infastidisco un po' quando la tv italiana ipocrita manda in onda quei servizi pietistici che descrivono realtà minoritarie come se fossero normali, che non dicono che se la CHIESA non imponesse il veto ai programmi di pianificazione familiare non ci sarebbero bambini per strada, che non dicono che i bambini di gaza e iracheni vengono squartati giornalmente perchè noi abbiamo bisogno della benzina per le nostre macchine... er califfo.
Buonasera Runner Blade, lascio un commentino rapido al Califfo e tolgo il disturbo: bleah alle anaconde, ai branchi, agli appecoronati rintronati effemminati, ecc, a tutto il marcio falso di facciata che c'è in giro, ecc. Yuppi ai Blogtrotters perchè sono positivi e simpatici. I tuoi commenti, Califfo: alcuni sono tristemente reali, altri parlano di secondi e non li colgo perchè ho piccola cilindrata, quelli che restano non mi riguardano. Grazie per il giudizio al mio blog, molto gentile. Sì, un mio compagno di Squadra mi ha fatto notare qualche giorno fa l'accesso anonimo e l'ho messo a posto. Buona notte a tutti, e sogni d'oro ;-) (però stamattina mi veniva un pochino da ridere eh :)
Cercare degli obbiettivi nella corsa é ovviamente buono ma sempre calcolando le proprie possibilità fisiche e mentali altrimenti i risultati non arrivano e lo sport finisce per non essere più un piacere ma una frustrazione. Io ho migliorato il mio risultato migliore(niente di eccezzionale 3.38 a Milano il 23 novembre)e la cosa più sorprendente é che é stato il risultato della peggiore preparazione che io abbia mai fatto. Quindi alla fine la gioia é stata ancora più grande.Poi ognuno comunque decide di fare ciò che vuole.Ciao
sarah, allora il "bleah" fu un equivoco? sono felice di averti divertita nottetempo. er califfo.
Penso che porsi degli obiettivi sia importante nella vita in generale, obiettivi che possano essere raggiungibili. L'obiettivo aiuta e stimola e ci porta soddisfazione al suo raggiungimento. Penso che tutto se portato all'esasperazione nuoce, per me l'importante è avere equilibrio, raggiunto questo le cose funzionano.
Ho letto un paio di commenti che riguardano il Brasile, non entro nel merito più di tanto poiché il contesto non era questo ma ci tengo a precisare che bisogna fare attenzione a commentare realtà che non si conoscono a fondo. In Brasile ho vissuto esperienze fantastiche, profonde, commoventi, forti, indescrivibili, che purtroppo qui in occidente non riesco a ripetere... la gara che ho fatto l'anno scorso in Brasile mi ha dato un qualche cosa che nessun'altra esperienza atletica sino ad ora mi ha dato, e non parlo di risultato...
Scusa il mio "sfoghetto" Giancarlo ma i mio coraçao è Brasileiro :-)
@Sarah, intanto non disturbi mai...poi mi fa sempre piacere scoprire che esistono affinità anche in mondi apparentemente diversi.
@Alberto, concordo con la logica degli obiettivi che non facciano nascere frustrazioni...anche se in quell'apparentemente semplice equilibrio c'è quasi la ricerca della felicità(e non mi riferisco solo alla corsa :-)
Poi se hai fatto il record con una preparazione affrettata è segno che i margini sono tantissimi
@Igor, OK sia sugli obiettivi che sul Brasile.
Da quello che ho capito tu in Brasile ci hai anche vissuto, io sono solo un viaggiatore e un curioso normale è che cogliere certi aspetti mi sia precluso.
Che nelle società "occidentali" tutte le "emozioni" siano state un po' appannate dal "modernismo" e dalla presunta "efficienza" è comunque cosa conclamata.
Ciao Giancarlo, proprio vissuto no ma una parte della famiglia è brasialiana, che vivono in contesti molto eteorgenei e questo mi ha fatto capire molte cose. Inoltre ho avuto la fortuna di poter vivere situazioni nel Brasile ricco ed in quello che arranca.
Comuqnue tornando a noi la vita è una corsa e se ogni tanto ci fermiamo a guardare ed ascoltare... uno spettacolo...
L'inseguimento degli obiettivi nella corsa mi ha insegnato ad essere più determinata, paziente e disposta ai sacrifici nella vita in generale, ero una persona incostante, volubile e impaziente e sono cambiata. La pratica della Maratona mi ha fatto capire l'importanza di costruire le cose con gradualità, mi ha insegnato ad aspettare e a capire cosa sono la fatica e il sacrificio.
Nella corsa non so stare senza obiettivi, ho sempre pensato anch'io che fosse sensato porsi comunque dei traguardi alla nostra portata ma nell'ultimo anno ho realizzato cose che non mi sarei mai sognata di fare, quindi ora penso spesso che..." Nothing is impossible"..e che i limiti che ci diamo sono spesso mentali e non fisici.
Jackie
@Igor, speriamo un giorno di parlarne di persona... magari ad una maratona di quelle coinvolgenti.
@Jackie, che la corsa aiuta all'autodisciplina e a valorizzare il senso del sacrificio è fuor di dubbio, ma diciamolo piano che tra poco si sveglia il Califfo che di sacrifici non ne vuol sapere.
Poi però a questa cosa che impossible is nothing io sarò scettico, ma non è che ci credo tanto !
Firenze 2009?
Non ci credevo nemmeno io ma se poi ti capita in un momento di incoscienza.. o forse.. coraggio di fare qualcosa che ritenevi fino a poco tempo prima "impossibile", che fai?
E cosa pensi?
..forse hai semplicemente sbagliato a pensare che fosse una cosa irrealizzabile?
O forse hai sbagliato a sottovalutarti e quindi in te c'è più di quello che immagini?
Jackie
@Igor, è già + di un'ipotesi...vedremo !
@Jackie, mi è successo quando ho fatto 2h e 59 nel 2003
ma i miracoli se avvenissero spesso non sarebbero miracoli... poi qualcosa di semi-magico talvolta accade e magari a 50 anni potrei ricorrere in 3h e 09, ma meglio di così è fantascienza
io sacrifici non ne faccio, ma se gli altri li fanno o ne parlano... affari loro. il punto è che sia io che voi facciamo magari cose simili, come una seduta di ripetute tirate alla morte o allevare bambini, solo che IO le trovo divertenti mentre VOI sacrificanti! non capisco i discorsi sui sacrifici nell'allenamento, non capisco i discorsi sul sacrificio di portare avanti una famiglia. ho scalato il gran sasso: la sera avevo i muscoli più rilassati che se fossi stato tutto il giorno alla tv, dov'è il sacrificio? se una cosa la percepite come sacrificio è perchè qualcosa in voi vi dice "forse avrei più piacere se non la facessi". un sacrificio è un MALE cui siamo costretti o a cui ci autocostringiamo. il sacrificio nasce con la religione. A produce piacere, B produce dolore: la natura ci farebbe prendere A e fuggire da B, la religione prendere B e fuggire da A. sacrificio è la rescissione della parte migliore di noi, è il piacere di ricevere frustate. se qualcosa la vivete come sacrificio, non fatela! luciano er califfo.
@Luciano, vatti a leggere il post di sarah !
Io con mal di gola e raffreddore(ero quello che non gli veniva mai niente...porca pupazza !!!) vado a fare una decina di km tanto per gradire.
Volevo accroccare un po' di salite, ma meglio aspettare che passa pure questa nottata.
Io intendo il sacrificio non come dolore o stanchezza fisica e martirio, forse il termine in effetti è usato impropriamente..è tanta la gioia che si prova quando ci si sente vivi, quando ci si muove e non si poltrisce davanti alla TV, quando percepiamo tutto del nostro corpo, i battiti, la fatica, l'impegno mentale e fisico...è chiaro che è un piacere quello che faccio altrimenti non lo farei, il sacrificio forse lo riferisco al tempo che rubo ad altre cose importanti e che invece dedico alla corsa che è per me fonte di gioia, non nego anche che a volte certi allenamenti siano proprio faticosi e non c'è molta voglia di farli però poi quando realizzi qualcosa di importante per cui ti sei impegnata quei momenti di fatica nella memoria acquistano un sapore diverso, un significato speciale e ti rendono felice..hai nominato il Gran Sasso, lì ho passato una delle giornate più belle e memorabili della mia vita sportiva.. Castel del Monte, Campo Imperatore.. ci sono stata a luglio e sono rimasta incantata dai paesaggi, dagli spazi aperti, dal senso di libertà che emanano..
Jackie
Concordo con Luciano sul fatto che vivere dei piaceri come sacrifici ha qualcosa di innaturale: quando mi alzo alle 5.30 del mattino per andare a correre a -5° molti mi chiedono chi me lo fa fare. Già chi? Il piacere di farlo e nient'altro. Però è anche vero che ci si può adattare a vari gradi di difficoltà (meteo, lavorative, relazionali, ecc.): quello che inizialmente può sembrare duro (sacrificio) può con il passare del tempo divenire meno duro o piacevole. In questo caso vuol dire che noi stiamo diventanto più forti e stiamo sviluppando una maggiore resistenza alla fatica (o alle avversità). Questo non toglie che se ci poniamo degli obiettivi, magari ambiziosi (e che male c'è, se sono realistici?) l'impegno è necessario, non fosse altro per la costanza nel perseguirli. Ecco quindi più che di "sacrifici" parlerei di "gestione delle difficoltà" per raggiungerli. Parlo della gestione di tutte le variabili (e non sono poche) che dobbiamo affrontare quotidianamente per raggiungere quello che ci siamo prefissati.
@Antherun & Jakie, in effetti il termine sacrificio è errato.
Io sono sicuramente contento nel sentirmi vivo, nel non impigrire davanti alla televisione etc etc, ma la gestione delle difficoltà contingenti spesso ci(mi) spinge a vedere alcuni "allenamenti" come lavori o sacrifici.
Se il mercoledì che di solito ho la pausa pranzo "allungabile" decido di fare 5*2000 o 3*3000 o qualcosa di simile... mi diverto ed è OK...fino a quando quando torno in ufficio e devo finire un lavoro e sono spossato al punto che ho serie difficoltà di concentrazione.
Potrei fare altri mille esempi, ma avete capito ne son sicuro.
Questo è uno dei motivi per cui correre vicino a 3 ore la maratona oggi per me è oggettivamente difficile. Fisicamente potrei reggere(credo) allenamenti + duri, ma poi mi mancherebbe l'energia necessaria per gestire tutto il resto dell'ambaradam
Hai ragione: il vero limite per TUTTI noi atlteti amatori è "tutto il testo dell'ambaradam"! Sarebbe un bel titolo di un nuovo post-paura!
@Polisportiva, si direi che è interessante, bisogna trovare la formula per renderlo snello e accattivante.