Passatore 100km

Pubblicato da GIAN CARLO martedì 25 maggio 2004

E venne il giorno della prima 100km

Il passo è corto…economico, neanche tanto veloce, ogni secondo se ne fan circa 2, quindi in poco più di 40.000 secondi ce ne son dentro circa 80.000 e van fatti tutti fino all'ultimo per tagliare il traguardo in quel di Faenza con la consapevolezza di sentirsi vincitori.
Venerdì pomeriggio parto da Roma in compagnia di un giovane pasticciere, lui è Alessandro Nugnes, solo un quarto di secolo all'anagrafe, ma già molte ultra e 3 gare da 100km sulle spalle. Arriviamo a Siena, un paio di km fuori le mura, sul fare della sera, e qui in un suggestivo casale del '600 ci ospita Carlo, mezzo secolo all'anagrafe e tutte e dieci le edizioni della Maratona di Roma felicemente completate nel suo curriculum vitae. In questa spedizione ha i gradi di comandante, e dismessi gli abiti del runner mi scorterà in bicicletta, per fornire un'assistenza che si dimostrerà super.
Divoriamo un quantitativo impressionante di amatriciana, scorta di carboidrati, a dire di Alessandro sufficiente anche per il ritorno, e per non farci mancare proprio nulla, accompagniamo il lauto pasto, con due bottiglie di rosso sopraffino.
Mentre più tardi, definiamo gli ultimi dettagli di strategia, Carlo scopre di essere stato 12 anni fa uno degli insegnanti di Alessandro alle medie, in una città come Roma è una coincidenza davvero particolare, il tutto centra pochino con la corsa, ma ne risulta uno spaccato da libro "Cuore" degno di menzione.
L'indomani, in breve, siamo a piazza della Repubblica a Firenze, qui come previsto, incontro Giancarlo Casentini, e tramite lui, molti volti non "noti" prendono forma, come il quasi campione Antonio Margiotta e il direttore Fabio Marri.
Con Giancarlo c'è un patto non scritto di fare gara insieme, anche lui è al debutto sui 100km, e ci ripetiamo che la prudenza è d'obbligo. Mi nomina condottiero e giura di seguirmi fino alla fine.
Forse qualcuno è a conoscenza del fatto che avevo preparato una delirante tabella di marcia per cercare di trovare nell'ignoto del futuro degli improbabili de-javu.
I primi due lap mi trovavano in ritardo di due e tre minuti, ma il satellitare di Carlo mi conforta sul fatto che il chilometraggio già percorso era maggiore di quello previsto. Strada facendo ovviamente la percentuale d'errore andrà diminuendo. Anche le distanza fra un paese e l'altro spesso non corrispondono a quelle previste dall'elenco stampato del "Passatore paese per paese", trovato sul sito internet ufficiale della gara. Se ne può dedurre che i parziali, specie quelli troppo ravvicinati sono addirittura forvianti, ma il tempo totale dei passaggi nei paesi, specialmente al crescere dei chilometri, resta una certezza e una compagnia che per me ha avuto un valore. Per dovizia di particolari aggiungo che, contrariamente da quanto rappresentato sulla cartina del percorso e da quanto detto dall'Orlando nazionale, sul suo commento in merito a come affrontare la gara(comunque utile), i 512 metri di Vetta a Tre Croci, sono 300 mt dopo l'agglomerato di Olmo al 18,900 del satellitare e non tra il ventiduesimo e il ventitreesimo.
Dopo questo scollinamento comincio ad archiviare un po' di ansie, e subito vengo rapito dalla bellezza del paesaggio e dal grande senso di festa e folklore che circonda tutto l'evento. E' tutto così inaspettato e grandioso da risultare sconcertante.
Cosa spinge tanta gente ad applaudire, a seguire, e ad incitare 2000 ultra-pazzi(border-line) smutandati ?
La discesa è finita, ecco le bandiere di Borgo San Lorenzo, con la sua circonvallazione pedonalizzata. Il chip suona 3h e 09, circa 10 minuti in meno della tabella ideale, ma centrati in pieno su quella minima alla quale ho strizzato l'occhio fin dall'inizio. Comincia la salita della Colla, il gioco si fa duro…etc, etc…,con Giancarlo C. cominciamo ad alternare passo e corsa dando la prevalenza al primo sui pezzi più ripidi, e alla seconda quando la strada ammorbidisce. Supero l'unica piccola crisi mentale (retaggio di qualche maratona) intorno al 37esimo km, qui ci si mette anche un passaggio a livello chiuso per crearmi qualche dubbio, ma più saliamo, più il saldo dei sorpassi si fa costante e da ora in avanti non avrò' altre esitazioni degne di considerazione. A pochi km dalla vetta raggiungiamo Sandro Astolfi, collega di mia moglie, nonché compagno di squadra di Giancarlo(della serie le coincidenze non finiscono mai). Ora l'erta è veramente ripida, come da copione, il freddo invece tende all'inusuale, ma è da subito chiaro che risulterà il nostro miglior alleato.
Arrivati in vetta il satellitare conferma l'altezza tra i 910 e i 915 e i chilometri poco oltre i 50km, il crono blocca 5h e 20 siamo a -30 da una tabella che forse era veramente troppo prudenziale, e addirittura -10 da quella "veloce" per chiudere in 11h e 30.
Ci cambiamo, indosso il ciclista, una maglietta tecnica a manica lunga e un gilet di k-way, mangio abbondantemente e via la discesa ci aspetta.
La sosta è durata circa 7 minuti ancora un margine di 3 minuti sul top dei top.
Fino al primo incontro con il fiume Lamone, dispensatore di umidità a tutto tondo, scendiamo con un giudizio fin troppo eccessivo, molti ci passano a velocità sostenuta. Giancarlo a causa di un infortunio da sovraccarico non è al top della condizione, fosse stato al meglio avrebbe potuto affrontare questa gara su altri ritmi, ed ora che i chilometri cominciano a sommarsi su numeri alti, aumentano le sue paure di non farcela. Ho un compito non facile, cercare di spronarlo senza farlo sentire di peso. La luna ha sostituito il sole, non poteva essere altrimenti, la visibilità è ridotta, lo sfrecciare continuo di auto e biciclette fa più paura che compagnia. Non so come, ma sarebbe opportuno porre dei limiti a questo grave inconveniente. Al check di Marradi 7h.14, siamo a -6 minuti, ma il satellitare segna poco oltre i 67 rispetto ai 68 previsti, quindi diciamo che siamo OK. Alessandro è già transitato da un buon quarto d'ora e viaggia facile verso il suo personale. La notte è stellata, l'aria è frizzante e, come dice Carlo mentre mi passa un dattero, sono in completa trance agonistica. Sono sicurissimo di farcela, e la stanchezza, seppur la più grande di sempre è assolutamente gestibile. A Sant'Adriano ricontrollo la tabella migliore, -3', ma oramai il tempo è un dettaglio.
Lo scudetto è vinto, matematicamente vinto, e questa partite che mancano alla fine del campionato si giocano solo per il piacere di divertirsi. Mangio uova, cioccolata, bevo caffè, è un trionfo di sensazioni.
Ci raggiunge Sandro, rimasto attardato per concedersi un massaggio, Carlo gli consegna le stellette, è dei nostri.
Siamo in cinque, tre runners di grande qualità, e due bikers, quello che non conoscete è simpaticissimo, scorta Sandro, ed è assolutamente ibernato dal venticello da est che buca la notte, e dal termometro che segna 10 gradi.
Carlo ci ragguaglia su tutto, altitudine, media oraria, distanza percorsa(alla fine come previsto e già narrato saranno 103.5 km), e quando può' ci immortala con la sua digitale.
Nel cuore della notte il mio cellulare, squilla frequentemente, sono i compagni di squadra che chiedono notizie…forse qualcuno gufa…diciamo di no.
Passa la mezzanotte…è da ieri che corriamo.
Brisighella non arriva mai, Giancarlo simula piccole crisi, sostenendo che quando andiamo al passo lui perde troppi metri, ed è costretto a correre per più tempo di noi per rientrare in gruppo. E' un bluff, non gli crediamo neanche un po', è laziale dentro, non mollerebbe mai e lo sappiamo tutti perfettamente.
Salitella infame per arrivare nel cuore medioevale di Brisighella, sostanzialmente abbiamo tenuto, al suono del chip, siamo perfetti in 10h e 10 minuti, ma da qui all'arrivo i chilometri mancanti sono 12 e non 11 quindi in 1h e 20 direi che non si fa. Rallentiamo e per 7 km siamo lenti, molto lenti giriamo quasi a 9 minuti a km, se continuiamo così rischiamo di perdere anche le 11h.??. Mi chiama Alessandro ha chiuso in 10h e 45 e comincia ad avere freddo, ci chiede un ultimo scatto d'orgoglio. D'improvviso Giancarlo, letto il cartello dei 95(98.5 a nostro dire) risorge, passa al comando e si lancia sotto a 6' a km verso Faenza, mi dice che ha sbloccato, oramai è certo di arrivare, quindi perché non farlo prima. A quel ritmo soffriamo tutti, Sandro sbuffa, il mio ginocchio cigola, ma nel complesso siamo un bello spettacolo.
L'ultimo km in 5.20 non è da tutti, arriviamo a braccia alzate, in parata come le Ferrari, il tempo 11h e 44m 05s lordo, 11h 42m e spicci il netto. Ultima foto sullo scalino più alto del podio.
E' stato un successo.
L'adrenalina è ancora a mille, potrei fare altri…? Km correndo, ma è meglio risparmiarli per la prossima, ammesso che il livello di pazzia continui ad assistermi.
Per ora mentre cammino a fatica e soffro di molti altri acciacchetti, penso che domenica mi aspettano 42.2 km a Stoccolma…
Il tempo previsto…?
Niente previsioni sono in sciopero ad oltranza chiedetelo a Giancarlo è lui il capo della prossima spedizione.

6 commenti

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  1. Alvin ha scritto:
  2. Che spettacolo, finirla così bene poi è ancora più bella...complimenti, chissà che l'anno prossimo.... mi passi una tabella?

     
  3. Alvin ha scritto:
  4. HE HE, ho letto adesso che è del 2004, frega un cas....dicevo...magari l'anno prossimo...si sa mai che...

     
  5. GIAN CARLO ha scritto:
  6. Beh, chi è vecchio corre da tanti anni.
    Poi, prima di parlare amico, borraccia in spalla...come hai scritto...e fatti 103km(che qualche anno fa era + lunga).

     
  7. Micio1970 ha scritto:
  8. Ma come hai pensato di fare una maratona a 7 giorni dal Passatore: e poi mi dici di non fare il lungo di 32km domenica dopo quello di 20km di 7 giorni prima? ;-))

     
  9. GIAN CARLO ha scritto:
  10. In realtà avevamo comprato il volo con Ryanair 3 mesi prima, quando ancora il Passatore era in dubbio...poi è venuta così e ho detto provo.

     
  11. er Moro ha scritto:
  12. Bel resoconto, bella avventura pure la tua 100

     

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