Non siamo tutti uguali…
…basta leggere il pezzo dell’ ultra-maratoneta Michele Rizzitelli per capire che 46 cromosomi riescono a generare infinite combinazioni.
Milioni di noi, non penserebbero neanche per un istante di indossare un paio di pantaloncini e correre. Per altri, una minoranza in crescita, è saggio farlo regolarmente. Ovviamente, i distinguo non sono che all'inizio, perché di questa minoranza, solo 20.000 sono gli italici che corrono 42.2 km almeno una volta l'anno, pochi lo fanno più spesso e una rarità si cimenta in prove ultra o in più maratone a breve distanza.
Scalino dopo scalino, ho tentato di entrare nel Gotha di questi mitici "figuri", di cui il Rizzittelli è indubbiamente un esponente degno di cattedra. Purtroppo però, avere la fantasia(affinità elettive), come dice "Michele", non sempre è sufficiente per fare il grande salto, e il mio corpo, proprio non è potuto arrivare dove la mia mente aveva osato azzardare.
Ho corso 10 giorni or sono, il mio primo Passatore, finendo in buone condizioni, in 11h e 44, circa a 7' a km, convintissimo di aver gestito bene le energie, e con la presunzione in un prossimo futuro, di poter addirittura togliere un'oretta a questa già buona performance.
Sulle ali dell'entusiasmo, eccomi in quel di Stoccolma, con l'obiettivo di turisteggiare e maratonare lentamente, verso il mondo degli eletti.
Per arrivare fin qui ho usufruito all'incirca degli stessi servigi(aerei, pullman, traghetti, alberghi) così ben descritti da Luca Bugatti, solo che, a sua differenza, io ero in compagnia della mia piccola famiglia e di Giancarlo Casentini anche lui con cari al seguito.
Con Giancarlo, dopo aver condiviso gioie e sofferenze della prima 100km, eravamo qui per suggellare una grande amicizia(nata sul sito Podisti.net), e candidarci a Super-runner.doc. Solo uno di noi ha passato l'esame e di sicuro avete già capito di chi si tratta.
Giancarlo aveva finito il Passatore soprattutto grazie alla testa.
Era stato vittima di una travagliata preparazione, e ai miei occhi sembrava spremuto come un limone. Ebbene, passano 7 giorni e accesa la spia della riserva, eccolo al traguardo in 3h e 43(suo peggior crono), ma con la consapevolezza di essere una vera roccia.
Io, in quel di Faenza, mi sentivo in grande spolvero, sprizzavo energia da tutti i pori. Sembravo il Predestinato, invece nel giro delle 48 ore successive il barometro precipita: mal di gola ai limiti del febbricitante, gambe in stile marmo di Carrara e news…emorroidi a go go.
Fino all'ultimo spero nel miracolo, alla fine coinvolto dalla bellezza della città, dalla sua calma accoglienza e dalla vicinanza di un grande come Giancarlo, indosso il pettorale e vado allo sparo.
Parto con una prudenza che non mi appartiene, ai 5km faccio un quasi 28', che anche considerando una sosta tecnica, è un tempo fantaschifitico. Ora si va verso il centro della città l'incitamento è lo stesso che ho visto a Berlino e Madrid, nelle mie altre esperienze oltre cortina.
Ahimè !!! (seppur con molti distinguo) mai in Italia ho avuto la stessa accoglienza.
Il secondo 5k è sotto a 26', malgrado le salite il terzo l'ho corso in 25.30, comincio ad essere dignitoso.
Forse è lecito sperare. Invece dal km numero 16 il castello di carte comincia a crollare: prima leggo 5.15…poi 5.30…ecco un 5.40. Le gambe rivendicano il loro diritto di sciopero, la tosse si è fatta stizzosa e del resto non vi sto' a dire.
Qualora non bastasse, si è alzato un ventaccio pungente, e il percorso prevedendo due giri da 21 ci sta portando in zona arrivo dove la mia bambina aspetta il suo paparino acciaccato.
Mi fermo o continuo ?
Pro allo stop: 1) mi restano due giorni da turista, nel quale solo se in buona forma, posso apprezzare il romantico fascino di questa città;
2) rischio serio di ammalarmi e di non correre più per molti giorni;
3) perdo l'arrivo dei primi nella cornice inarrivabile dell'Olimpia Stadio;
4) DEVO correre e strascinarmi per i 21.1 mancanti in stile via Crucis, concludendo(e aggiungo forse !!!) con un crono mai visto negli ultimi due millenni.
Contro allo stop: 1) non entro nel regno dei cieli.
Le gambe assumono il controllo della mente e danno ascolto ai pro.
All'altezza delle 3h e 20 sono andato al 41esimo a prendere l'unico "Eletto" della spedizione per trascinarlo in Paradiso con un arrivo a braccia levate che ricorda quello del Passatore, ma dove il Gian Carlo che vi ha scritto, questa volta ha perso il treno, semplicemente perché …non siamo tutti uguali.
Un ritiro che ti fa onore ...
Grazie, ma è sempre un ritiro :-(
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