Il decennale della società podistica Astra Trastevere andava festeggiato alla grande e così è stato.
Un gruppo coeso di 30 anime lascia la mattina di giovedì 24/4/03 l'Italia con destinazione Spagna.
La prima dozzina sono mogli, mariti, e accompagnatori vari, sei sono piccole pesti under 10 e la dozzina mancante gli atleti o presunti tali, arrivati fin qui per “CORRERE” la ventiseiesima edizione della Maratona Popular de Madrid.
Vedranno la finish-line solo in sette.
Molte ore, tanta paella, e qualche ettolitro di sangria più tardi siamo tutti sulle aiuole dei giardini di Piazza dell'Alcalà a raccontarci il nostro vissuto.
La gara dell’Astra è terminata, migliaia di eroici protagonisti riposano le articolazioni sollecitate da 42.2 km di continui saliscendi. Il sole batte forte. Moltissimi ancora, quelli che stanno arrivando alla spicciolata(8000 gli arrivi totali) .
Accanto a me il gruppo dei neri che ha dominato la gara, sono gli extra-terrestri da 3 a chilometro. Distinguo il keniano Tarus, un brevilineo allenato da Canova, ha vinto la gara con relativa facilità(2h 12. 42), fallendo per 23 secondi il record della manifestazione che avrebbe significato per lui un extra bonus di qualche migliaio di euro. Forse è per quello che sta un po’ sulle sue. Gli altri ridono e scherzano quasi fossero riposati, e quando a Kosgey(2.13.58), secondo arrivato, chiedo la sua disponibilità per una foto lui accetta di buon grado. Vicino a loro un ragazzo spagnolo completamente dipinto di verde, sembra anche lui venuto da Marte, ed è altrettanto allegro e benevolo verso l'obiettivo. La testimonianza di aver centrato il bersaglio per ben rappresentare questa maratona la raccolgo il lunedì mattina, quando sui due principali quotidiani di Madrid, le foto di rito, così come le mie, sono dedicate proprio a loro. E' tutto talmente bello e perfetto che l'oramai ex-maratoneta Giancarlo (Pippa) Pelliccia puntualmente ritiratosi al 22esimo, non solo non fa notizia, ma addirittura rafforza la poesia di questo evento.
Facciamo i classici 25.000 passi indietro e… alle 9.30 quando l'aria era ancora frizzante in 13.000 abbiamo assistito all'atterraggio di cinque paracadutisti, poi più che uno sparo un boato terrificante, Un petardo riempito da un milione di coriandoli cala dall'alto e la marea è libera di andare.
Ho visto cose che voi umani…:runners vestiti da scheletro, uomini in gonnellino e parrucca multicolore, un gruppo di cento militari spagnoli con vessilli al vento che corrono per molti chilometri cantando a squarcia gola, ed anche un variopinto pubblico entusiasta, che da ogni dove, ti offre il cinque e ti grida “Animo ! Animo!”.
I primi 5km sono di salita piena. Al secondo Km siamo di fronte al grattacielo Picasso progettato dallo stesso architetto delle Twin Towers, al terzo ecco il Santiago Bernabeu, lo stadio del Real che nell'82 ci ha visto Campioni del Mondo. Quando si arriva al quinto, attraversiamo la piazza dei grattacieli contrapposti e pendenti, siamo già saliti di 80 metri e il crono dice 22.55. Comincia la discesa, lasciamo il centro per addentrarci in quartieri residenziali ricchi di verde e di calore, questa volta gli 80 metri sono a scendere e il time fa 21.35, le gambe vanno che è un piacere, ogni 200/300 metri ci sono orologi digitali perfettamente funzionanti che indicano anche la temperatura. Siamo partiti a +11 e adesso dopo 45minuti siamo già a +15, ma gli alti palazzi regalano molta ombra e per ora non avverto alcun disagio.
Dal decimo è un continuo saliscendi, muscolarmente è micidiale, ma di mio ho chiaramente cominciato ad accelerare, e il saldo positivo dei sorpassi si è fatto deciso.
Doppio 22.05 per i successivi 2 cinquemila; ora siamo proprio nel centro storico, dai grandi vialoni, siamo passati ad una sezione stradale di pochi metri e il tifo del pubblico è incredibile, voliamo tra ali di folla urlanti. E’ proprio un gran bel baccano. Per un attimo riesco a distinguere la voce di mia moglie, e il volto di Chicca tra i tanti del nostro gruppo.
1h 33.40 il regolare e controllato passaggio a mezza, sono sempre più certo di far bene, quand'ecco il patatrac. Un dolore secco e lancinante alla coscia sinistra…stop…è finita.
Il ventiduesimo lo avevo corso a 4.20, i gradi sono 19, ma questi dettagli oramai sono privi di ogni significato. Resto fermo a tredici Maratone completate su 18 partenze, la media comincia a farsi disastrosa.
Dal prossimo anno il totocalcio italiano sarà basato sul quattordici, e…non credo che comprerò più qualche schedina.
Mestamente, come un salmone, risalgo il fiume andando controcorrente, vedo gli altri miei compagni andare decisi(un pizzico di sana invidia !!!), ancora un po' e mi ricongiungo al gruppo dei “nostri” non atleti. Dopo un bacio alla piccola, delusa quanto me, mi abbandono ad una riflessione tanto realistica quanto amara: non sono più un maratoneta. L’abbattimento del muro delle 3 ore, evidentemente ha rotto il giocattolo sia nel corpo che nella mente, devo saper accettare questa novità così come dieci anni fa compresi che per migliorare la qualità della mia vita dovevo chiudere con il calcio, il calcetto e il calciotto. Per la prima volta nell’ultimo lustro non ci sarà nessuna preparazione per una maratona autunnale, forse in primavera, ma forse mai più. Da subito sono libero da assilli, rilassato, leggero come una piuma, in una sola triste parola: vuoto.
Ritiro la borsa mentre arriva la secchissima Ruth, anche lei Keniana prima tra le donne in 2h. 34.41 stabilisce il record della gara femminile. Mangio il primo cocomero di stagione, ed eccomi sulla grande tribuna davanti al traguardo. Sono giusto in tempo per vedere gli ultimi metri sofferti e felici di quelli che chiudono in 2h.59 e spicci e… la disperazione di quelli che quando le ore diventano 3 hanno ancora pochi metri da percorrere. Per un attimo penso a Casentini, oramai o è di qua, o di là dal guado (Siiiii !!! Ora lo so. E’ andata, non poteva che essere così, siamo nati e cresciuti con la cultura dell’Happy-end e non ammettiamo altra realtà. Mitico Giancarlo sei dei nostri !!!) .
Lo speaker madrileno non ha nulla da invidiare al caro Ludovico e si svocia per trascinare tutti al traguardo specialmente quelli che arrivano mano nella mano con i propri figli.
Già, proprio così, all’altezza del 42esimo km c’è un varco, molto ben gestito, per dare libero accesso a los ninos, figli dei corridori che possono così sgambettare insieme alle loro mamme e ai i loro papà per gli ultimi metri di gloria davanti ad una tribuna gremita da una torcida festante.
Sono riuscito a negare anche questa gioia alla mia bambina.
Sono vuoto, “pippa” e pure un po’ merdina.
Con 3h e 18 al debutto sui 42 arriva Renzo primo Astra, segue Antonio 3h e 22, Peppe il Presidente 3h e 42, Amelio 3h 47, passano le 4h mangiamo delle patatine nel piazzale del Prado(visitato il giorno precedente), i gradi sono diventati 23 ed ecco Ileana, anche lei alla primera ves, è in ottime condizioni, raccoglie sua e mia figlia(meno male !) e le porta all’arrivo in 4h e 10, Davide in 4h 11 porta all’arrivo la sua Elisa, Stefania fa 4h e 26…poi più nessuno. Marco e Sergio, infortunatisi negli ultimi giorni prima del viaggio non se la sono sentita di partire, Sandro e Daniele, si sono fermati alla mezza.
La cronaca della gara finisce qui.
E’ stata una maratona da cinque piedoni con lode. Qui non si fa il personale, ma tutto ciò che si può chiedere c’è: allegria a go-go, ai rifornimenti acqua in bottigliette (330ml) distribuite almeno da 100 volontari, tanti addetti con guanti imbrattati di vaselina per consentire a chi soffre di abrasioni di approfittare senza soste. Come non parlare del pacco gara che prevedeva una canottiera tecnica, la maglietta (Adidas) della Maratona, un borsone con vano portascarpe, ed anche pasta, biscotti, integratori, una sveglietta, due cappellini, di cui uno davvero molto bello, svariati portachiavi e molte altre minchiatelle che non vi sto a riferire. Il Pasta Party è durato otto ore e ha soddisfatto anche i più esigenti. La chiusura al traffico assoluta(grande metropolitana) e, nessuna protesta stile Milano o anche Roma. La nota stonata sta nell’assenza di tutti gli atleti spagnoli di vertice, non solo oggi, ma anche negli anni passati. Stavolta il loro migliore è ottavo in 2h e22, peggio ancora le donne, la loro primera è soltanto terza, in un modesto 2h e 53. Consideriamo poi la stranezza della quarta arrivata che, poco sopra le 3h, si è beccata 2000 euro. In ventisei edizioni il migliore degli italiani con 2.20.05 è il nostro immancabile Giorgio Calcaterra che nel 2001, l’anno del suo record(16 volte sotto 2h e 20) qui a Madrid fallì di poco l’obiettivo giungendo comunque ottimo quarto. In verità due anni fa qui a Madrid Stefano Baldini corse sotto le 2h e 10, ma su di un circuito più facile, e ad una gara ad inviti, non quindi alla meravigliosa Maratona Popular.
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