Bianconeri sull’orlo di una crisi di nervi.
Siamo sul lungomare di Ladispoli, la temperatura è mite, ben oltre i 10 gradi, il vento di scirocco soffia leggero. I cavalloni battono sulla riva senza strafare. Sono le 11.10 e piove a dirotto mentre taglio il traguardo al 64esimo posto della…credo XXVIIIesima edizione della Correndo nei giardini, gara che per lunghi tratti, si snoda all’interno di una delle più belle oasi del W.W.F.
Premiano fino al centesimo classificato, vado quindi a ritirare il meritato compenso, convinto di ricevere o una busta di carciofi, o una busta di carote, o alla peggio una bottiglia di bianco locale.
Mi accorgo quindi, con stupore, che racchiuso in un blister plastificato, mi consegnano un plaid di pile dai colori autunnali. Ognuno può leggere questi messaggi del destino come meglio crede, ma senza troppe dietrologie direi che stavolta la traduzione: “stai a casa, mettiti in pantofole e smettila di correre in canottiera in mezzo al fango !” risulti la chiave di lettura più ovvia.
Sta già scendendo un velo di tristezza quando, inaspettato arriva il siparietto che colora e riempie la giornata. Amelio e Filippo, sanguisughe juventini della mia squadra, forse delusi dalla 101esima e 102esima posizione litigano fra loro per una presunta scorrettezza proprio in “zona Cesarini”.
E’ uno spettacolo inarrivabile: due uomini, uno brizzolato, l’altro calvo, oramai verso la cinquantina(accomunati dai colori bianconeri) sono in mutande sotto una pioggia battente a prendersi a male parole. Il perché ? Uno avrebbe spinto l’altro con “cattiveria” all’altezza dei 500mt finali. L’altro di contro, sostiene che si trattava solo di una timida pacca da sfottò. Comunque oggi il risultato si è ribaltato, rispetto allo sprint della Roma-Ostia di 7 giorni or sono, dove il pelato aveva prevalso sul canuto. Potete ben capire di come sull’uno a uno diventi imperdibile la prossima gara, che, per nulla perdere, mi concederò un filo sotto ritmo.
Una decina di minuti prima, Marcello Capotosti aveva vinto in 32.33 la gara maschile su Romano e Curci, mentre all’altezza del 39esimo minuto era stata Eva Wojicieszek a precedere le altre esponenti del sesso “debole”, Di Dionisio e Belardo nell’ordine.
Per dovere di cronaca mi sento di aggiungere che, pur avversata dal meteo, l’organizzazione ha tenuto botta uscendone a testa alta. Quest’anno il percorso(varia ad ogni edizione) era di 10.4km e, benché sulla carta sia dato per veloce e piatto è pur sempre per metà su sterrato e, questa volta all’altezza dei 2500mt presentava una divertente asperità: una pozzanghera, celata dalla macchia mediterranea, era in questi giorni di pioggia, cresciuta fino a meritarsi l’appellativo di lago. Tutto il gruppo è stato costretto al guado, percorrendo una ventina di metri con l’acqua al polpaccio.
Nel complesso non sono andato affatto malaccio, se penso, che solo in quel km(4.13) pur perdendo circa 20 secondi, sono passato in 39 netti ai 10km, ben prima di impegnarmi in un tirato sprint finale.
Evidentemente la Roma-Ostia non ha lasciato strascichi, la gamba sembra particolarmente leggera e, clima a parte, il barometro tende al bello. I prossimi impegni, Maratona di Roma(come lungo), Maratona di Padova(allegrotta) e …Passatore(a finire) non mi concederanno tregua è quindi un buon viatico capire di essere pronti per il grande gioco. Di sicuro, vi tedierò ancora da questi schermi, per intanto un bravo particolare a Enzo, Renzo e Roberto tutti in costante crescita, ai miei genitori, puntuali sulla linea del traguardo ma, forse per colpa delle 80 primavere, incapaci di vedermi arrivare, e… per finire alla mia Inter che…lasciamo perdere.
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