La Grande Sfida...tutta l'epopea

Pubblicato da GIAN CARLO giovedì 22 dicembre 2005

Tutto era cominciato così:

13/6 2005 Una lepre davvero speciale.

Nelle gare ufficiali esistono delle regole più o meno ferree, più o meno validate dalla Fidal o da altri organi competenti, ma nelle sfide da parrocchietta purtroppo no.
Passo a raccontare il fatto: con Filippo, mio quasi nemico dall’infanzia, ci siamo sfidati sul terribile giro da 5km dentro Villa Pamphili.
Fino ad oggi, lui non mi è mai arrivato davanti in nessuna gara alla quale abbiamo partecipato entrambi, ma il mondo è in divenire, qualcuno migliora e io…ahimè… peggioro anche un po’.
Piccola premessa: dato che sono un po’ saturo di gare tirate, che minano un fisico oramai in riserva, ho accettato questa sua ulteriore sfida, ponendo come limite temporale ultimo il febbraio 2006, mese della prossima Roma-Ostia, che dovrà essere per me come l’ultimo Tour de France di Lance Armstrong.
Sta a me (campione in carica) aprire le danze.
Ero uscito malissimo dalla Maratona di Roma, con tanto di risonanza che testimoniava un ginocchio oramai alla frutta, ho preso allora un po’ di riposo e poi sono andato sul micidiale giro da 5km e con molta fatica ho fatto 19.59 un tempo lontano dai miei migliori crono, ma che conservava una valenza psicologica importante visto che Filippo non lo aveva mai fatto.
Passano pochi giorni e “l’infame” risponde con 19.57.
Aggiungiamo a questo punto un po’ di regole e regolette che non vi sto a dire… ed ecco che davanti a lui e a testimoni faccio un 19.53 gestito in “discreta” tranquillità.
Siamo con la storia a ieri sera. E’ il momento del suo tentativo, arrivo puntuale alle 19.00 sulla zona di partenza dopo una dura giornata di lavoro, e lo trovo rilassatissimo, reduce da un giorno di ferie e con al fianco Giorgio Calcaterra che gli farà da lepre.
E’ come se ad una partitella di calcetto da oratorio uno si porta Totti, è fuori dal mondo, è da juventini…che schifo !!!
A voi sembra giusto ?
Risultato: “l’infame” parte fortissimo a 3 e 40 il primo mille in salita, passa ai 2500 ancora con molta salita in 9.30 e trascinandosi sulle ali degli incoraggiamenti di Giorgio chiude la seconda parte in discesa ancora circa a 4’ al km, per un totale incredibile di 19.26.
Avevo anche dichiarato che qualora avesse mai fatto un tempo inferiore a 19.30 avrei anche attaccato le scarpe al chiodo, e ora… sono qui in attesa di una deroga che, anche se non mi permetterà (visti i miei attuali limiti) di riprendermi il mal tolto, almeno mi consenta di coronare il mio sogno di podista : correre la maratona di New York del 2005

Passano i giorni…la deroga arriva.

Comincio a meditare vendetta.

Pur rimanendo sui pochi(45/50)km settimanali forzo l’intensità di ogni allenamento. Con rinnovato vigore mi dedico a sprint in salita e ripetute. Un fisico addormentato da tante maratone e da una 100 km stenta a reagire ai nuovi stimoli, ma in un modo o nell’altro il gap va colmato. Non sono mai stato indietro rispetto a Filippo e se è vero che il fisico fatica a ritrovarsi è verissimo che la mente risponde generando sempre nuove motivazioni.
Un test sui 3500 metri mi fa capire che ci sono…posso fare 19.25 e allora chi di lepre colpisce di lepre…
Nasce quindi l’idea di un tentativo in pompa magna con più lepri, biciclette al seguito una tromba da stadio e molti amici a far casino.

Tutto è sintetizzato e spiegato da questo volantino che ha girato su INTERNET ed è stato affisso a Villa Pamphili:

Attacco al record
Martedi 7/6/05
Ore 19.00
A Villa Pamphili all’altezza della casa del custode a circa 500 metri dall’entrata principale di Porta San Pancrazio
Sul mitico giro da 5km
Gian Carlo P.(Astra Trastevere)
Proverà a riprendersi il record sul percorso ad oggi appartenente
a Pietro P. detto Filippo(Astra Trastevere)
con un sorprendente
19.26
ottenuto usando niente di meno che Super Giorgio Calcaterra nel ruolo di lepre.
Gradita la presenza di ogni amico volenteroso
di tirare il tentativo anche solo per pochi metri affinché il miracolo avvenga.
Pure in bicicletta va benone.

Il grande giorno arriva, la partecipazione è addirittura superiore alle mie attese.
Alla partenza ci sono più di 20 amici, tre biciclette, i palloncini gonfiati ad elio con la scritta 19.25 e la tromba da stadio. E’ straordinario come seri professionisti, se stuzzicati, riescano a tirare fuori quella parte goliardica che troppo spesso viene repressa.
Qualcuno è in grado di tirarmi tutta la prova, qualcuno è qui per i primi 1000 o 2000 metri e specularmente per riagganciarsi al ritorno.
Sono riuscito veramente ad alzare un gran polverone(troppo !!!). Durante il “tragitto” molti altri runner, più o meno sconosciuti, incitano il gruppo e si sentono voci tipo: “Sono loro, quelli della grande Sfida !”.
Purtroppo, un po’ mancherà il clima (caldo, umido e ventoso) e soprattutto mancherò io, forse scaricato dal troppo rumore.
Per 3000 metri cerco il passo giusto, ma qualcosa proprio non va, sono sempre leggermente in ritardo sul previsto e alla fine mi fermo pur di non fare un inutile 19.35.
In molti mi dicono che continuando sarei riuscito, ma conosco il percorso e i tempi di passaggio troppo bene per non capire che seppur di poco avrei fallito. Piero che era con me e faticava al mio pari continua e chiude in 19.34
E’ stata una sconfitta terribile pari a quella del Milan nella finale di Champions League.
Con grande umiltà faccio seguire questo volantino di testimonianza dell’accaduto.

Giancarlo ringrazia con affetto tutti gli
amici che hanno partecipato all’evento.
Malgrado il vostro generoso aiuto non sono riuscito
a centrare l’obiettivo per la mia manifesta pippaggine,
benché alcuni test fatti negli ultimi giorni
mi avevano fatto lecitamente sperare.
La tristezza per il fallimento è comunque mitigata
dalla consapevolezza che abbiamo scritto una
pagina indimenticabile nel grande libro
delle Cazzate qui a Villa Pamphili !!!

Cercavo quindi di trovare qualcosa di positivo anche nella sconfitta, come il mio carattere mi obbliga a fare, quando: della serie i guai non finiscono mai ecco che Filippo va sul giro da 5km e segna un’inequivocabile 19.11, fatto con una temperatura ben più bassa rispetto al mio disastro, ma pur sempre con un bel vento ad infastidire.
A guardare tutto con raziocinio sono 5 secondi al km indietro, eppure fino all’altro ieri ero quasi certo di essere molto vicino.
Quanto è frutto di un errore di valutazione e quanto invece di un’episodica cattiva performance ?
La risposta a questo quesito arriverà tra poche ore con la gara a Villa Pamphili. E’ l’ultima gara sociale dell’Astra Trastevere prima della pausa estiva.

Sabato 11/6/2005, corsa dell’ACORP, organizzata impeccabilmente dal brasiliano Antonio De Carvalho qui i KM sono 5.7 e non 6.0 come dichiarato(misurazione validata e affidabile by mia bicicletta).
L’ACORP è un’associazione che si prefigge di aiutare e adottare a distanza bambini brasiliani, molto più sfortunati e certamente meno viziati dei nostri bei figli, tra l’ACORP e l’Astra c’è una sorta di gemellaggio e quando si può’ ci adoperiamo per fondere le nostre energie.
Passiamo alla gara e a quelli che per me saranno i suoi verdetti.
Il percorso è anche più duro, del giro da 5km classico beccherò 30 secondi ?
Oramai la faccia è persa, non ho nulla da rischiare, quindi vado all’appuntamento così tranquillo che, con gara fissata alle 18.00, alle 16.45 ancora sto facendo un bel pisolino.
Partenza leggermente ritardata, siamo in 150, un uomo di colore a togliere la suspense sul primo posto.
Primo chilometro in leggera discesa, al cartello convenzionale abbiamo fatto solo 970 metri il mio cronometro dice 3.38, Amelio (altro Astra-Juventino) è al mio fianco…rallenterà, Filippo è già 5 secondi avanti eppure non mi sono risparmiato: destino segnato ?
Ecco la discesa “vera”, quella che porta al laghetto, qui “miracolo” mi rifaccio sotto. In realtà credo sia normale, quando si scende il respiro si fa meno ansante e la mia maggiore velocità di base mi consente di reggere un passo sui 3.30 con maggiore facilità del “nemico”, sono a tiro potrei quasi affiancarmi, ma prima di pensare al da farsi la strada spiana e Pippo torna a volare. Ora è salita, la prima delle due presenti, quella che per me è obbligatorio affrontare con prudenza. Sono circa 7/800 metri i primi ripidissimi, gli ultimi 400 più morbidi, mi passa Sergio, si arrampica leggero, ha perso molti kg in questi ultimi mesi, una vera e propria evaporazione corporea, possibile mai che pur di arrivare davanti tutti sono disposti a sacrifici inauditi !?!
Al gpm siamo ai 2.6 km, quasi a metà gara, su Filippo ora ho circa 15 secondi di ritardo, come dire che siamo tornati in triste media.
Ancora 3/400 metri di pianura e si scende di nuovo, qui decido di rischiare e lascio andare le gambe. Spingo con decisione sui quadricipiti, mi sento come Savoldelli che deve recuperare il distacco accumulato sul colle delle finestre. Purtroppo la discesa sfuma in un amen, ora sono a ridosso di Sergio, anche Piero partito sparato è a pochi metri, ma Filippo conserva ancora 40 metri(7/8 secondi). La strada torna a salire, temo di ricominciare a perdere, invece supero Piero(che, come suddetto, in settimana aveva fatto 19.34 sul giro da 5km), poco dopo raggiungo e passo il 70% del materiale umano che resta del buon Sergio, sto andando decisamente bene, ma Filippo è sempre lontano. La salita dura è finita, oramai manca meno di un km e il divario è immutato. Si delinea una sconfitta dignitosa, al massimo nell’ordine dei due secondi a km. Provo a forzare ulteriormente, anche se, la strada ancora in leggera salita non depone a mio favore. Siamo ai meno 500 dall’arrivo, ora leggermente e per poco si scende, poi falso piano fino al traguardo. Stringo i denti, mi avvicino ancora e passo in rapida successione tre atleti che erano interposti tra me e lui.
Il cuore è molto oltre l’ostacolo, rimpiango i ritmi lenti e magici stile Passatore.
Ultimi 200 metri, tra me e lo striscione c’è solo Filippo, ma ancora è circa 20/30 metri avanti. Improvvisamente…ecco l’adrenalina, le gambe vanno via, sono sulle punte, il traguardo e la “preda” si avvicinano rapidamente. Ai 50 metri sono certo che lo prenderò prima dell’immaginario filo di lana. D’improvviso la moglie del nostro Alfonso, appoggiata sulla transenna a pochi metri da noi, lancia un urlo di incitamento ad entrambi, ma io sono già a cannone, Filippo invece, che nulla aveva sospettato, ha un piccolo sussulto, sufficiente per non essere trapassato.
Piombiamo all’unisono sul traguardo e, a essere sinceri, completo il sorpasso solo un metro oltre i 5700 ufficiali. Ci fosse stato il chip, con rilevazione in partenza e all’arrivo, sarebbe emerso che ero partito un buon metro (25 centesimi) dietro e avrei palesemente prevalso.
Non esistono fotofinish, passi la pazzia, ma discutere è patetico, lui risulterà avanti.
Siamo andati a 3.51/3.52 al km, che vale un tempo vicinissimo a 19.00 sul meno duro giro da 5km.
Alla fine Filippo mi confessa che non si è mai girato perché mi faceva lontano al punto che voleva cliccare il parziale e non il totale per calcolare al lap del mio arrivo quanto mi aveva rifilato.
Il ditino però gli si è paralizzato !!!
Juventino che non sei altro, per due giorni della tua vita hai pensato di dormire tranquillo, puoi scordartelo !!!
La lunga ed estenuante lotta che ci porterà sul traguardo del lungomare di Ostia nel febbraio del 2006 non è che all’inizio.

E…INFATTI…22/12/2005

Storia di una sfida…ultima puntata ?
Nella ricerca di un migliore approccio con la vita giorno dopo giorno operiamo scelte che frequentemente ci portano fuori dal seminato.

Correre per me è un baluardo, una certezza che finora non mi ha mai lasciato nel dubbio…eppure…?!?

…Eppure capita che mi caccio in qualche guaio da cui venirne fuori non è poi così facile.

Anche quando piove, fa freddo, caldo o sono stanco da morire la fantasia per corricchiare un po’ e scaricare le tensioni del quotidiano non viene mai meno.
Diverso è l’approccio con l’agonismo esasperato. Certe volte mi carica come una molla, altre mi prosciuga ogni stilla di energia.
E’ in questa chiave che prediligo correre la maratona.
Vero è che mi sono anche massacrato per abbattere il muro delle 3 ore ma, anche se il tempo sperato non arriva mi resta sempre la gioia di partecipare a qualcosa di grande di magico…, con parole pregne di retorica…alla storia.
Questa è la filosofia che per 25 volte mi ha portato ad affrontare la distanza regina, talvolta ritirandomi, altre finendo fra mille difficoltà.
Nell’autunno del 2005 ho corso a New York. Si è trattato di una terribile giornata afosa, che unita a problemi di fuso e di stanchezza generalizzata non mi hanno consentito di chiudere con il risultato previsto, ma questo neanche per un attimo ha minato la mia allegria, sono sempre rimasto ben piazzato al centro dell’evento e quando l’aereo è ripartito verso Roma mi sentivo proprio come uno che aveva messo un’altra cosa a posto nell’archivio della vita, insieme al Passatore e ad altri magici ricordi corsaioli.

Qualcuno dice che voglio a tutti i costi quadrare i cerchi che madre natura ha fatto rotondi, forse ha ragione, ma a me sta bene così e per nessun motivo voglio cambiare il mio modo di essere.

Torniamo però ai guai, nella fattispecie rappresentati dal giro da 5k a Villa Pamphili.
Sicuro di una mia presunta superiorità su Filippo ho accettato la sua sfida sul giro da 5km e quando la realtà mi ha presentato un conto amaro ho dovuto scegliere se quadrare il cerchio non dando importanza alla sfida o tornare ad allenarmi in modo insano per tornare ad avere quel “C .Z.O” di Record.

Le puntate precedenti le conoscete e se sono qui a scrivervi di questo, forse ultimo atto, è perché a seguito di duri e indesiderati allenamenti veloci, a seguito di dure e faticose pseudo diete, a seguito di…etc etc sono riuscito alle porte del Natale a fare un bel regalo…in primis a me e in subordine a “Lui” stampando 18.55 su un 5000 che notoriamente è 25 secondi + lento che non in pista. Gente ben più abituata di me a correre questa distanza mi ha anche detto che un finale forte come quello che ho fatto è di per se dimostrazione che potevo fare meglio se solo avessi il coraggio di soffrire di più(tutto ciò è terribile !!!).
Adesso Filippo è 16 secondi lontano e sinceramente spero che la resti, perché la cosa che più mi spaventa sarebbero gli ulteriori insani e necessari “mazzi” da farsi per provare a fare ancora meglio di così.

Dove finisce il gioco e comincia la pazzia è una linea di confine così labile e a voi lascio l’ardua sentenza.

Per pura documentazione allego i parziali di passaggio dei 2 record. Ricordando che del vecchio primato mi valgo di tempi datimi da lui e da chi ha assistito a quel per me “malefico” evento.
Per correttezza mi è doveroso aggiungere che le condizioni meteo in occasione del mio tentativo erano assolutamente perfette: 8 gradi, assenza di vento e umidità relativa abbastanza bassa; mentre Filippo trovò sì una giornata estiva abbastanza fresca e poco umida, ma venne disturbato da un forte vento di maestrale.

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