Direttamente da sito di Repubblica vi giro questo articolo di Maurizio Ricci sullo sport (specie la corsa) fatta dagli over 40 ...in cui cita anche alcuni miei cari compagni di merenda.
E' un po' lunghetto, ma secondo me, meritevole di essere letto e commentato.



Corrono, giocano a tennis e a calcio, vanno in bicicletta pensando che sia un bene assoluto.
Ma sbagliano, chi esagera può avere problemi.
Over 40, tutti atleti ma ad alto rischio !
di MAURIZIO RICCI


DI TUTTO il gruppo di amici con i quali ho cominciato a correre, negli anni '80, a sgambettare, con qualche regolarità, su e giù per i viali romani di Villa Pamphili o dell'Acqua Acetosa siamo rimasti in due: io e Paolo. Forse perché i più vecchi e i più lenti. Dario e Eugenio, tendine d'Achille; Roberto, ginocchio; Marco, ernia del disco; Angelo, ginocchio. Tre su cinque sono finiti anche sotto i ferri del chirurgo. Un'ecatombe. "Lo sport fa male", borbotta il fisioterapista Franco, mentre stira, per l'ennesima volta, un'articolazione rattrappita. Naturalmente, non è assolutamente vero che lo sport faccia male e Franco è il primo a saperlo e a dirlo. Uno studio scientifico dopo l'altro dimostra che una vita attiva diminuisce fra il 50 e l'80 per cento il rischio di un attacco cardiaco.Anzi, l'elenco che l'attività fisica aiuta a prevenire è molto più lungo: infarto, cancro, diabete, malattie del fegato e dei reni, osteoporosi e anche disturbi cerebrali come l'Alzheimer e la depressione. Senza contare l'impagabile effetto anti-stress, quella meravigliosa sensazione che, dopo un'ora di corsa, una sgambata in bicicletta, un po' di scambi ben tirati a tennis vi fa sentire i muscoli incordati e la mente sgombra. Il rischio è proprio l'opposto: in quella quota sedentaria di italiani - il 41 per cento e in crescita costante - che non muove mai neanche un muscolo, con grave pregiudizio della salute futura.Eppure, la battuta di Franco coglie nel segno. Il problema è la particolare interpretazione che, dello sport, dà una larga fetta di quel 30 per cento di italiani che, regolarmente o saltuariamente, si muove. È una interpretazione che non dovrebbe stupire chi, dopo tanti anni, ha imparato a conoscerli. I baby boomers - la generazione del '68 e del '77, degli anni Ottanta "da bere", dell'ansia da consumo elettronico - non si smentiscono mai. E lo sport d'ogni giorno, in Italia, è in larga misura, affar loro. Al Censis risultano un milione e mezzo di praticanti di calcetto, due milioni, rispettivamente, per l'atletica leggera e il ciclismo, un milione per il tennis. Più o meno, il 30 per cento di questi praticanti ha più di 45 anni. Ma questo ci dice ancora poco. Non ci interessa un'attività occasionale, ma lo sport, praticato con impegno e regolarità. E allora, guardiamo i dati del Coni: i numeri sono più piccoli, ma più significativi. Perché chi si iscrive ad una federazione fa sport sul serio. Per fare un torneo ufficiale di tennis (quelli che danno classifica) bisogna essere iscritti alla Fit. Per fare una corsa a piedi, o in bicicletta, con tanto di numero di gara e cronometristi, bisogna essere iscritti alla Fidal o alla Fci. Ed ecco avanzare i baby boomers.
La Federazione dell'atletica leggera è quella delle grandi leggende olimpiche, la federazione di Usain Bolt o di Jonathan Edwards: la gioventù alla massima potenza. Ma un quarto dei 160 mila iscritti alla Fidal ha più di 45 anni. Nella corsa su strada anche di più. Gianni Giacinti, che ne presiede una, la Rcf, valuta che, nelle società podistiche, il 60-65 per cento degli iscritti viaggi sopra i 45 anni. Alla Federazione ciclistica, 15 mila iscritti su 40 mila sono a ridosso dei 50 o oltre. Alla Federazione tennis, su 229 mila iscritti, un quarto ha più di 50 anni e un altro 17 per cento ha superato i 40. Mentre i figli si ammucchiano davanti alle playstation, i padri affollano piste, strade, campetti, ansiosi di competere e gareggiare. Lo sport italiano, lo sport popolare, di massa o, come si dice, "di base", ha i capelli grigi.Sotto quei capelli grigi, c'è una generazione che, di regola, spreme le proprie passioni fino all'ultima goccia. "Il motto è: domenica non mi risparmio" dice Daniele Pierobon, contitolare di uno studio di fisioterapia, a ridosso di Villa Pamphili. Il 30-40 per cento dei suoi pazienti ha superato i 45 anni. "Vengono con dolori da sovraccarico: tendine rotuleo, tendine d'Achille, ginocchio, lombosacrale. Però non si fermano mai. Se proprio non mi blocco, dicono, dal dottore non ci vado". Perché interrompere l'allenamento è una resa, una sconfitta. E l'impegno è serio. Un corridore "amatore" che sta preparando una gara (e, di solito, sta sempre preparando una gara) si allena 4-5 volte a settimana. Un giorno, fa tre volte 3 chilometri. Un altro, 10 volte 500 metri. Il terzo giorno 10-12 chilometri a ritmo gara. E, infine, il "lungo": se ha in programma una maratona, anche 28 chilometri. "Sono ritmi severi, paragonabili a quelli degli atleti veri e propri", osserva Claudio Gallozzi, specialista in medicina dello sport. In effetti, velocità e risultati sono diversi, ma, in linea di principio, questo è quello che fanno campioni come Bekele e Baldini. Ed è l'orgoglio di fare "quello che fa Baldini" e di correre, come lui, i 42 chilometri e rotti della maratona che spinge il corridore. "Il problema - osserva Pierobon - è che un atleta è come una macchina di Formula Uno: se anche una piccola cosa si inceppa, interviene una squadra di massaggiatori, fisioterapisti, medici, radiologi. L'amatore, invece, si arrangia e tira finché può". Nell'intepretazione vitalistica del baby boomer, del resto, lo sport è una sorta di corrispettivo diurno del Viagra serale: la prova, quotidianamente ripetuta, della propria capacità, della propria forza. Non proprio della sua immortalità, ma, almeno, di una efficienza permanente, immutabile. "Non si rendono conto - dice Pierobon - che, con l'età, aumenta fisiologicamente anche la rigidità. Se, l'anno scorso, facevo ad un certo ritmo 3 chilometri, può darsi che, quest'anno, abbia birra, a quella velocità, solo per 2. Ma io ne corro tre lo stesso. E mi rompo". Dal punto di vista medico, questo sportivo attempato è, probabilmente, un inedito. Un atleta si sottopone, normalmente, alla sua dieta severa di allenamenti per i 10-15 anni della carriera agonistica. L'amatore, anche per 30 e oltre. Secondo Gallozzi, tuttavia, questo non è il problema. "L'usura - dice - è un fattore soprattutto individuale. Determinante, piuttosto, per un corridore, è la superficie su cui si allena: sterrato, pista, erba, asfalto". La questione vera, per Gallozzi, è un'altra. "Ed è un fatto, soprattutto, culturale. Molti di loro cominciano tardi, verso i 50 anni. E dovrebbero preoccuparsi di adattare il loro fisico all'impegno cui si sottopongono. Invece, pretendono di fare la maratona in 2-3 anni. Scaricano le tabelle di allenamento da Internet e via. Ci vorrebbero prudenza e buon senso". Gallozzi si occupa di ossa e muscoli. Ma la questione dell'adattamento di chi comincia tardi è anche più seria. "Corsa e ciclismo - dice Pino D'Amico, cardiologo e medico sportivo - sono attività ad alto impegno dal punto di vista cardiovascolare. Se non sono ben modulate, sono guai". Guai veri: statisticamente, ogni anno, su mille corridori si registrano 2,5 "morti improvvise". Ma, anche se l'infarto non arriva, "tutti corrono grossi rischi, se i carichi di allenamento sono troppo elevati". Chi si iscrive ad una federazione, si sottopone ad una visita medica di controllo, che ne accerta l'idoneità fisica. "Ma questo - osserva D'Amico - è solo un passaggio iniziale". Il fatto che posso correre, non significa anche che posso fare 3 volte i 3 mila a 4 minuti a chilometro, anziché 5. "La fase due è prendere quella tabella scaricata da Internet e confrontarla con il proprio dottore, per vedere se me la posso permettere". "L'adattamento cardiovascolare, a 50 anni, infatti, non è facile. Anzitutto - continua D'Amico - a quell'età è frequente che ci siano precondizioni di rischio: pressione, glicemia eccetera. In secondo luogo, impegnando il cuore ad alta intensità c'è il pericolo che il cuore si adatti, ma in modo patologico. Invece di allungarsi, mantenendo inalterata la cavità interna, è facile che il sovraesercizio fisico ispessisca, invece, il muscolo: da 10-11 millimetri anche a 13-14. Il muscolo si ispessisce, riducendo la cavità interna e la pompa funziona meno".Ascoltando Gallozzi e Pierobon si capisce perché molti baby boomers, con il tempo, abbiano deciso di passare dalla corsa alla bicicletta, meno impegnativa per ossa e articolazioni. Ma, sentendo D'Amico, si capisce anche che, al fondo, il problema è un altro. Chiamiamola "ansia da prestazione". E qui, soprattutto per gli sportivi della bicicletta, si nascondono insidie anche maggiori. Dati non ce ne sono, ma, secondo gli esperti, circolano, ai margini delle corse, più confezioni di integratori (quelli del doping) di quanti giustificherebbe anche la platea potenziale degli atleti veri e propri. La capacità di fermarsi quando bisogna, lo sapevamo già, non è un tratto caratteristico dei baby boomers.

45 commenti

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  1. Unknown ha scritto:
  2. il buon senso, come in tutte le cose, è doveroso... capisco che è facile 'lasciarsi prendere la mano' e fare cose che in passato non si erano fatte pensando di essere dei fenomeni (lo capisco xche' ci sto passando anche io 38enne). Neo-sportivi in età fate le cose con calma!!!

     
  3. antherun ha scritto:
  4. si l'avevo letto...che dire non vale solo per lo sport: ogni attività va fatta con un po' di "testa", è anche normale comunque esagerare, perchè siamo esseri umani e ovviamente la passione può prendere il sopravvento. L'importante è che non passi il messaggio: "lo sport fa male".

     
  5. Ercole77 (Michele) ha scritto:
  6. Bell'articolo....
    Ovviamente punta al buonsenso e al fatto che cadere nel "trappolone" della prestazione ad ogni costo è molto facile...

    Da runner "niubbo" quale sono ci sono cascato al volo e infatti ho pagato il conto.

    Rischiosissimi a mio parere le prestazioni una tantum (vedi tipo calcetto una volta al mese con i colleghi) senza allenamento...

    ciao

     
  7. GIAN CARLO ha scritto:
  8. @Babba, finche ci si procura solo danni muscolari poco male, ma spesso qualcuno rischia un po' troppo ...è comunque significativo che quasi tutti quando iniziano(specie dai 40 in su) si fanno male da sovracarico)

     
  9. GIAN CARLO ha scritto:
  10. @Antherun, lo sport fa male ...anzi malissimo ieri quando seedorf ha segnato nel recupero di Milan-Chievo io ho sentito una fitta terribile :-)

    @Ercole77, niubbo ???
    Mi manca assolutamente!
    Il calcetto è stato la mia vita per parecchi anni ...ma 2-3 volte a settimana ..non una al mese.

     
  11. Unknown ha scritto:
  12. cmq sto post giusto giusto oggi che avevo deciso di iniziare una tabella di allenamento per la mezza maratona... uff!! :)

     
  13. nicolap ha scritto:
  14. Ricordati dei 2 gol di Seedorf nel peraltro inutile 2-2 di Inter-Juve.

     
  15. GIAN CARLO ha scritto:
  16. @Nicola, li ricordo come fosse ora identici a quello di ieri.

    @Babba, mi ci dobbiamo far intimidire per così poco ...al massimo nostro compito è mediare ...tra palco e realtà ...per dirla con il 50enne LIGABUE

     
  17. giovanni56 ha scritto:
  18. Il problema ha un solo nome: agonismo.
    Riuscendo a ridurre questo "male" progressivamente si riducono anche gli altri "mali"(o dolori che dir si voglia)

     
  19. Ercole77 (Michele) ha scritto:
  20. Niubbo sta per newbie, novellino


    http://it.wikipedia.org/wiki/Newbie

     
  21. Unknown ha scritto:
  22. A me questi articoli così "pomposi" fanno venire un forte giramento... di palle!
    Sarà che io odio le generalizzazioni...
    Vabbè ho superato i 50 anni e ho iniziato proprio a ridosso dei 50. Però non l'ho fatto per emulare Baldini o Bolt.
    E conosco per bene i miei limiti. E con ciò? Non dovrei provare a ritoccarli?
    Ho fatto 2 maratone a 3h.55', ma perchè domenica non dovrei provare a finire almeno 5 minuti prima?
    Poi se non ce la faccio amen, lo scoprirò strada facendo.
    Ah, questi predicatori.....

     
  23. Francescarun ha scritto:
  24. la scommessa con se stessi è sempre avvincente...tocca secondo me riconoscere ognuno i propri limiti...*ASCOLTARSI*....non è sempre detto che limarsi fisicamente lo sia anche mentalmente....o mi sbaglio?:))) io corro mi diverto..sono prudente..se mi miglioro ok...altrimenti non ne faccio una malattia e non tiro se so che il mio corpo non ce la fà....non mi voglio ROMPERE ora :))))

     
  25. Fat_Stè ha scritto:
  26. Sta un po' tutto alla testa delle persone, che può essere bacata anche prima dei fatidici 40 anni...

     
  27. Tosto ha scritto:
  28. Mi sembra un articolo abbastanza equilibrato a parte la cazzata di farsi dire dal proprio medico se siamo idonei alla tabella! ma se il medico non sa dove stia lo sport!

    Una cosa è certa bisogna imparare ad ascoltarsi e ad accettare il declino che inesorabilmente arriva :)

     
  29. Dante ha scritto:
  30. Dati epidemiologici raccolti dall’Osservatorio Epidemiologico
    Cardiovascolare (OEC), su una popolazione italiana afferente ai 51
    centri nazionali costituenti l’OEC:

    il 30 % degli uomini fuma in media 17 sigarette al giorno, contro il
    21% delle donne che ne fuma13;
    il 34% degli uomini e il 46% delle donne non svolge alcuna attività
    fisica durante il tempo libero;
    il 20% degli uomini e il 24% delle donne ha una colesterolemia totale
    uguale o superiore a 240 mg/dl;
    il 33% degli uomini e il 30% delle donne ha pressione arteriosa uguale
    o superiore a 160/95 mmHg oppure è sotto trattamento farmacologico
    specifico;
    il 18% degli uomini e il 22% delle donne sono obesi;
    l’8% degli uomini e il 6% delle donne è diabetico.

    Questi sono i numeri di chi non corre.... questo è cio' da cui bisogna stare attenti.

     
  31. theyogi ha scritto:
  32. penso che se ne scrive a sproposito, solo perché è di moda......

     
  33. insane ha scritto:
  34. Alcuni aspetti sono condivisibili,la paura è che sia l'ennesima scusa per quèlli che,invece,andrebbero convinti e invece continuano a preferire il divano..

    Diciamo che dovevano mettere l'introduzione: "Se hai 40-50 anni,ti alleni quotidianamente,partecipi a gare agonistiche ecc.. vai a pag.X e leggi un articolo interessante..."

     
  35. Marcaurelio ha scritto:
  36. Stendo un lenzuolo, un sudario, una fasciatura mummificante su di me...
    Maaa.... Mi spezzo ma non mi piego...!!!
    A frappe'...

     
  37. GIAN CARLO ha scritto:
  38. @Giovanni, anche li si potrebbe aprire un dibattito.... io senza agonismo forse non correrei ...e allora è peggio essere agonisti e sportivi o non agonisti e nullafacenti ?
    Tu mi diresti di certo: sportivi e non agonisti ...ma non è affatto facile !

     
  39. GIAN CARLO ha scritto:
  40. @Ale, dai che domenica fai 3h e 54 lo so ...al limite facciofare un decreto apposito.

    @Ercole, :DD

     
  41. Michele ha scritto:
  42. L'ho letto stamattina sul giornale. Niente da dire: conosce bene i suoi polli.

     
  43. Terenzil ha scritto:
  44. Sport è agonismo per definizione.
    Fanno agonismo anche i nullafacenti perchè si confrontano con altri nillafacenti a chi può essere più bravo a non fare niente.
    gli obesi per giustificare la loro sedentarietà stanno sempre a criticare atleti e virtuosi, accusandoli di dipententi dello sport o di altro.
    Insomma qualcuno mi dirà allora,che la via di mezzo è la migliore.
    Io ,perciò , dico:
    Bisogna decidersi chi dobbiamo essere e non nasconderci dietro la via di mezzo.
    L'asino di Buritano percorrendo la strada che lo portava alla biada, difronte ad un bivio, tra una salita, ma strada breve, e una pianura ma più lunga,non sapendo decidere, è stato per lungo tempo a pensare che alla fine è morto di fame.
    Io offro al Ranner a rivisare presto il significato dell'allenamento e riflettere un po' sull'agonismo e chiedersi se dopo l'idoneità allo sforzo agonisto c'è o no una scienza da seguire e mezzi bioenergetici da adattare alle proprie caratteristiche fisiche relative anche a chi ha una certa età o allora, tutto è relativo e siccome sono un'asino mi fermo al limite della via di mezzo.
    Comunque chi vuol sapere il mio pensiero clicca qui:PASSIONE ED IDEALE

     
  45. Terenzil ha scritto:
  46. http://terenzil-maratoneti.blogspot.com/

     
  47. Anonimo ha scritto:
  48. L'articolo è parzialmente giusto, non dimentichiamoci comunque che la pratica sportiva ha più lati positivi che negativi, ad esempio umore migliore, maggiore efficienza fisica e sessuale. Semmai fa male l'esasperazione sportiva, non bisognerebbe allenarsi troppo intensamente per lunghi periodi,se fanno male tendini ed articolazioni bisognerebbe praticare sport in scarico tipo nuoto e bici, bisognerebbe fare anche le vacanze sportive e se si inizia a fare sport a 50 anni, bisogna iniziare molto gradatamente

     
  49. GIAN CARLO ha scritto:
  50. @Francesca, di solito i medici sono quelli con meno buon senso...ma tu li smentirai :D

    @Fat, euforicamente parlando(dopo il PB) la tua battuta era autoreferenziale ?

     
  51. GIAN CARLO ha scritto:
  52. @Tosto, il mio medico corre e con questo ti dico come mi sono attrezzato io ...poi il medico(D'Amico) che viene citato è un mio caro compagno di allenamento ex Maratoneta da 2h e 35 nonchè allenatore a tempo perso.

    @Dante, ma anche tu sei un medico ???

     
  53. GIAN CARLO ha scritto:
  54. @Yo, sei la persona + di moda che conosco !

    @Insane, beh nell'articolo la premessa viene fuori.

    @MarcoB, coraggio fratello ce la puoi fare.

     
  55. GIAN CARLO ha scritto:
  56. @Michele, di polli te ne intendi !!

    @Paolo, assolutamente d'accordo con te sulla moderazione.

    @Terenzil, grazie del contributo ...se per te è OK ...mi piacerebbe usare il tuo commento come post per dare spunto ad'altra discussione ?

     
  57. theyogi ha scritto:
  58. perché io la faccio, non la seguo..... ;)

     
  59. Forrest ha scritto:
  60. Quelli che inziano tardi si fanno male più facilmente perchè non conoscono abbastanza il loro fisico e non sanno interpretare i segnali che manda. Inoltre più si migliora e più si porta il fisico al limite e più è facile farsi male.

     
  61. Glauco ha scritto:
  62. Essendo un fresco 46enne, ed essendomi di nuovo infortunato nella giornata di ieri, mi sono ritrovato in pieno nell'articolo.

    Il fatto Gianca' è che il problema nasce non dalla competizione con noi stessi, ma da quella con gli amichetti, con i compagni di squadra.
    Se uno corresse sempre per i fatti suoi, non avendo riferimenti esterni, senz'altro adotterebbe la giusta misura. Che al minimo doloretto ti fa rallentare la andatura e limitare i km.
    Invece si corre nel gruppo, e allora i dolori non li puoi ascoltare, perchè devi rincorrere quello, superare quell'altro , rintuzzare l'attacco dell'altro che fino a ieri superavi facilmente, e ora invece alza la testa, sconfessando la tua passata superiorità fisica......

    E' un casino Gianca', perche se non sei il figlio di Robocop, e magari ti ritrovi pure qualche difetto di fabbricazione, i pezzi cominciano a saltare, e di ricambi non ne vendono....

     
  63. GIAN CARLO ha scritto:
  64. @Forrest, si fanno male molto anche i neofiti per partenze troppo sparate.... quando il fisico è al limite un po' ci sta e fa parte del gioco.

    @Glauco, in effetti si dovrebbe correre per star meglio e spesso ci allontaniamo da questo obiettivo perchè star meglio per la maggior parte di noi non è essere in perfetta salute psico-fisica, ma è battere l'amico o fare 10 secondi meglio che nella gara precedente ...perchè(purtroppo) e soprattutto questo ci fa star meglio.

     
  65. Patty ha scritto:
  66. l'avevo letto..........credo che generalizzare sia fin troppo facile. Però concordo che forse bisognerebbe capire che quando serve CI SI DEVE fermare cosa che nessuno di noi vorrebbe mai fare.

     
  67. Anonimo ha scritto:
  68. Bell'articolone: "un atleta è come una macchina di Formula Uno: se anche una piccola cosa si inceppa, interviene una squadra di massaggiatori, fisioterapisti, medici, radiologi. L'amatore, invece, si arrangia e tira finché può"... quanto è vera sta frase. Bisogna avere MOOOLTA più testa di un atleta professionista. Altrimenti l'infortunio è dietro l'angolo, e poi a parlar male dello sport o a sentir altre cazzate è un attimo.

     
  69. GIAN CARLO ha scritto:
  70. @Patty, si sa lo stop è duro da accettare. Ci si sente vulnerabili.
    Purtroppo proprio ieri sera correndo ho sentito un brutto fastidio sotto la pianta del piede(dejavu già qualche anno fa)... forse questa brutta novità è dovuta al fatto che ho affrettato il recupero del polpaccio.
    Maratona/e a rischio.

    Da una parte bisogna aver + testa di un professionista...dall'altra a 40 anni suonati la testa tutti dovrebbero averla sulle spalle e rispetto ai professionisti dovremmo anche essere + abituati ad usarla.

     
  71. giovanni56 ha scritto:
  72. è il momento di "podismo e infortuni"? Anche su Repubblica http://canali.kataweb.it/salute/2010/03/16/tendiniti-strappi-e-fratture-i-passi-falsi-dei-corridori/

     
  73. giovanni56 ha scritto:
  74. oops, volevo dire ... ancora su Repubblica...

     
  75. GIAN CARLO ha scritto:
  76. @Giovanni, l'ho visto e infatti stavo per postare anche quello ...ma l'idea è che qualcuno GUFA

     
  77. Marco "Zanger" ha scritto:
  78. Penso che ci siano delle verita' nell'articolo (invito alla prudenza e alla gradualita', denuncia del "doping") ma anche delle generalizzazioni.
    Quanti di questo over-45 (o quanto si vuole) hanno alla spalle una vita di sport e quanti, invece, non hanno fatto nulla per 40 anni e si mettono a correre di punto in bianco? La cosa e' importante. Io ho fatto sport agonistico dai 10 ai 25 anni, ma po ho continuato (sempre) a fare sport almeno 2 volte alla settimana. Ecco perche' non credo di aver forzato la mano quando a 36 anni ho deciso di cominciare a correre e a 37 ho fatto una maratona.
    Certo gli infortuni ci sono, ma rientrano nell'ordine delle cose... sono rari e fortunati gli atleti (anche di valore assoluto) che prima o dopo non si rompono...

    Secondo me questo e' il tipico esempio di articolo che puo' essere interpretato male dagli "anti sport" portandoli a decretare frettolosamente: "Ecco, lo vedi che faccio bene a non fare un cazzo, altro che voi che uscite a sudare, faticare e infortunarvi"...

    Arrivo a dire che interventi del genere non aiutano per nulla lo sviluppo di una buona cultura sportiva generalizzata: radicalizzano, invece, le rispettive posizioni dei pro- e dei contro-attivita' sportiva.

     
  79. GIAN CARLO ha scritto:
  80. @Marco, in effetti è così ...è un articolo "ruffiano" il sedentario lo interpreta dicendo faccio bene a non fare nulla ...mentre l'amatore (fin troppo atleta) tende a dire ...io non sono a quel livello ..di pazzia.

     
  81. Giuliano Hernandez ha scritto:
  82. Sono un grande sostenitore nel dire che l'età é relativa!!

     
  83. GIAN CARLO ha scritto:
  84. @Giuliano, purtroppo è vero solo parzialmente

     
  85. Terenzil ha scritto:
  86. dedico questo commento ad un ranner per complimentarmi per la sua gestine dell'allenamentoTerenzil ha lasciato un nuovo commento sul post "Allenamento è scienza e non opinione":

    Lo so Mario, non è stata una passeggiata.
    Se fai, però, il conto dei chilometri totali effettuati nelle varie sedute, ti accorgerai che è
    sempre di meno il quantitativo dei chilometri che fanno gli sprovveduti che corrono e basta ad andature standard e monotone.
    Ogni volta che provavo ad adattarmi al lavore di tanti amici ranner in giro, nel fare cioè l'allenamento accomodante, ho sofferto le pene dell'inferno nelle gare di maratona; ebbene sì , anch'io ho sbagliato nel considerare l'allenamento , pago dei lavori del passato,solo correre e basta!
    Ho rifatto la Roma Ostia , dopo essermi adeguato al metodo scientifico e, ti dirò, il giorno dopo la mezza ho rifatto l'allenamento senza aver risentito i postumi della gara.
    Ebbene, per concludere, sii fiero di te stesso che hai saputo e voluto saperne di più e sperimentato il metodo scientifico adattato alle tue caratteristiche;assapora intanto la soddisfazione della mezza di Roma Ostia, condotta da te come un gladiatore e conclusa come da campione.
    Ciao,
    Terenzil

     
  87. Terenzil ha scritto:
  88. Caro Giancarlo, noto che hai saputo aprire una discussione su un'argomento molto delicato.
    Uscire da uno schema da protagonista e mettersi al servizio degli altri è una cosa buona.
    Tra i tanti commenti ed osservazioni che leggo nel tuo post mi meraviglia come ci sia un mondo di praticanti lo sport attivo che si fa domanda della loro passione e dei loro risvolti positivi e negativi.
    Gradirei, però, che da parte tua venisse forte anche la condanna per il doping.
    Insegniamo a loro , col metodo scientifico, che si può farne a meno di certe porcherie purchè si lasciano perdere i cattivi consiglieri o gli improvvisati gurù della chimica.
    E qui ti concedo di fare buon uso dell'argomento che ti stò proponendo e mi auguro che tra lo scherzo ed il faceto si possa far emergere , con serietà, l'attenzione che bisogna dare al metodo scientifico che non ha mai scndalizzato nessuno , perchè è l'unica soluzione da prendere in considerazione, la si voglia o no, è l'unica strada acui bisogna indirizzarsi se vogliamo salvare questo nostro mondo meraviglioso.
    E NOI TAPASCIONI adeguiamoci.
    Col mio volontariato , in questo campo, metto a loro servizio, su facebook, perchè mi riesce più facile , tutto quello che mi hanno insegnato i tecnici nazionali.
    Sono un allenatore specialista Nazionale perchè alcuni miei allievi sono riusciti ad andare in Nazionale.
    Il metodo scientifico è più semplice di quanto possano pensare gli increduloni.
    Richiede un pò di attenzione cerebrale e se si tiene alla propria salute non c'è altra soluzione se non la brutale scorciatoia che i gurù del mestiere, tanto di moda per costoro,vanno proponendo con le zozzure della chimica.
    Una buona maratona la si può fare soltanto bevendo acqua e chi vuole andare sul mio blog e se avrà pazienza di cercaqre troverà anche come ci si comporta durante lo svolgimento di una maratona!
    Termino per non annoiarvi , ma ribadisco, facciamo volontariato nel condividere le nostre esperienze e ciascuno secondo il suo talento da mettere al servizio di tutti.

     
  89. GIAN CARLO ha scritto:
  90. @Terenzil, io sono su questa piattaforma ormai da molto... circa un anno fa ho fatto un pist sul doping e ci furono oltre 100 commenti ...talvolta replico anche qualche vecchio post(dando modo ai nuovi di partecipare) ...credo che per il doping sia quasi ora.

     

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